mercoledì 29 settembre 2010
lacrime di coccodrillo (english version included)
Prima mi spazzolo metà torta paradiso tutta da sola e poi sono assalita dai sensi di colpa e mi ricordo che starei a dieta.
Così quando ho deciso di sfruttare gli ultimi pomodori e di preparare una delle cose che mi piacciono di più: la pappa al pomodoro, mi sono detta che c’erano troppe calorie (!!!!!), e così via il pane (che tanto quello toscano, essenziale per la pappa al pomodoro, mi mancava) et voilà una leggerissima crema di pomodori.
Ancora un altro scempio perpetrato nei confronti della cucina toscana, dopo la pappa ai peperoni.
A questo punto, ne sono quasi certa, mi avranno interdetto l’ingresso, e le mie foto segnalatiche saranno sparse in tutto il territorio toscano.
CREMA DI POMODORI
Per 2 persone
400 g. di pomodori (io ho usato i san marzano)
1 scalogno
1 carota
1 gambo di sedano
1 patata piccola
Brodo vegetale leggero
Basilico
Olio
Mettere un filo d’olio in un tegame e far imbiondire lo scalogno, aggiungendo un po’ d’acqua per non farlo scurire troppo.
Tagliare a pezzi i pomidori, la carota, il sedano privato dei filamenti e la patata sbucciata, e aggiungerli allo scalogno.
Far cuocere aggiungendo qualche mestolo di brodo vegetale.
A fine cottura aggiungere una bella manciata di basilico e salare.
Con un frullatore ad immersione rendete il composto una crema.
Una macinata di pepe ed un filo di olio a crudo prima di servire
ENGLISH VERSION
After I had gulped down most of my Heaven cake all by myself, I feel so guilty and I remember – too late- that I should be on a diet.
So when I made up my mind to exploit the very last tomatoes in order to prepare one of the dish I mostly like: pappa con il pomodoro ( tomato pulp).
Anyhow, I also realised it was much too caloric and so I left behind bread (one of the essential ingredient for the tomato pulp)and here’s a very light tomato pulp.
Once again another destruction involving Tuscany’s cooking (tomato pulp is peculiar of Tuscany) soon after pepper pulp.
At this stage I am sure I will be never allowed to enter Tuscany and my mug shots will be everywhere!!!
TOMATO PULP
Serves 2
400 gr red tomatoes ( San Marzano if any)
1 shallot
1 carrot
1 celery stick
1 small potato
Light vegetal stock
Basil
Oil
Pour little oil in a pan along with the shallot and cook until lightly brown, add a little water in order not to get it too dark brown.
Chop the tomatoes, the carrot, the celery stick whose filaments must be taken out,the peeled potato and add them to the shallot.
Let it cook adding some wooden spoons of vegetal stock.
When ready, add a nice handful of basil and salt.
Blend all the ingredients until creamy.
A beautiful grind of black pepper and a little oil before dishing up.
lunedì 27 settembre 2010
andare in Paradiso può essere molto faticoso (english version encluded)
In Paradiso volevo proprio andarci anch’io.
Dopo Giovanna e Edda era venuta voglia anche a me di provarlo questo Paradiso in terra.
Ho sfogliato le pagine ingiallite del Talismano della Felicità di mia nonna, un po’ consunte, rese ancora più affascinanti da qualche macchia sparsa qua e là.
“La vera torta del paradiso è una nota specialità di Pavia. Crediamo di far cosa grata alle lettrici offrendo loro un’imitazione perfetta di questa torta: così perfetta che confrontando la torta autentica con quella di cui vi descriviamo la ricetta, non sarà possibile trovare alcuna differenza”.
Con un incipit così non si può che abbandonare Kenwood e fruste elettriche e fare tutto a mano, proprio come avrà fatto mia nonna.
TORTA DEL PARADISO talismano della felicità, con annotazioni semiserie mie tra parentesi
Le proporzioni sono: burro grammi 500, zucchero, passato allo staccio fino (mi sono permessa di usare lo zucchero al velo), grammi 500, farina grammi 250, fecola di patate grammi 250, uova intiere 5, rossi 6, raschiatura di 2 limoni. (ho dimezzato le dosi utilizzando 2 uova intere e 4 rossi, se le avessi rispettate forse sarei ancora all’opera)
Mettere il burro in una terrina e lavoratelo lungamente con un cucchiaio di legno per montarlo e ridurlo soffice come una crema. (no, ma dico, lo sapete voi quanta forza ci vuole per ridurre in crema soffice un pezzo di burro? Credetemi se vi dico che è inutile stare a sollevare pesi in palestra, se preparassimo un paio di torte paradiso alla settimana vedrete che bicipiti!!!)
Aggiungete allora a poco a poco lo zucchero, senza smettere mai di mescolare e poi le uova intiere e i rossi sbattuti insieme come per una frittura.(a questo punto le braccia non ve le sentirete più, ma dovete resistere e andare avanti)
Queste uova vanno aggiunte adagio a cucchiaiate, non aggiungendo una nuova cucchiaiata d’uova se la prima non si è ben amalgamata. (neanche mi ricordo più quanto ci ho impiegato a fare questa operazione, ma la parola d’ordine è “resistere”)
Da ultimo si aggiungono la farina e la fecola mescolate insieme e finalmente la corteccia grattata dei limoni.
Quando si aggiungeranno le farine non si lavorerà più energicamente la pasta col cucchiaio, ma si cercherà di amalgamarle con la più grande leggerezza. (io avrei aggiunto: tanto a questo punto la forza l’avrete esaurita tutta)
Si unge di burro una grande teglia di 31-32 centimetri di diametro (o due di 25 centimetri), si spolverizzano di fecola di patate e ci si versa il composto, il quale deve arrivare ai due terzi della teglia.
Si cuoce in forno di moderato calore per un’ora e poi s’inzucchera generosamente con zucchero a velo. (e a questo punto ho capito perché si chiama Torta Paradiso)
ENGLISH VERSION
Everybody would like to go to heaven and so would I.
After Giovanna and Edda had had a go at this cake I wanted to try it too.
I was thumbing through the yellowish pages of my granma’talismano della Felicità’ (famous Italian cookbook). Some of the pages had spots being much more appealing to me!
The author said the ‘Torta del Paradiso’ (Heaven or Paradise cake) was born in Pavia (Northern Italy). She said that this was a kind of imitation of the original version, but this recipe was so accurate that someone could hardly find out that it was a ‘copy’ only.
So, in order to plunge myself deeply into such a charming fascinating atmosphere, I decided to leave aside my Kenwood mixer and to make everything by hand as my granma would.
CAKE OF THE HEAVEN (PARADISE REGAINED)
These are the ingredients:
500 gr unsalted butter
500 gr icing sugar
250 gr flour
250 gr potato flour
5 eggs (whole)
6 egg yolks
Zest of two lemons
Put the butter in a bowl and start beating with a wooden spoon until soft and fluffy ( you will realize how long you will take to get to such a beautiful result if you do it manually. I think we would be all fit if we prepared unless a couple of heaven cakes per week!).
When the butter is ready, slowly spoon in the sugar and go on mixing and then add the whole eggs and the yolks beaten together as if you were making a frying batter ( at this point of the preparation you’ll find out that you have no more arms but, but you will have to resist and go on!!).
Be careful with the eggs, as you will have to add them little by little with a spoon and no more eggs should be incorporated unless the former spoon has been completely absorbed by the mixture.
( I cannot remember how long it took me to accomplish such a task, but you must resist!!).
Finally, add the flour and the potato flour mixed together as well as the lemon zest.
When the flours are added, you won’t beat the mixture but you will just gently mix it (anyway: at this stage you will have nearly no more energy and force left).
Grease a large (31/32 cm diameter or two 25 diameter each) and sprinkle some potato flour .Pour in the batter which will have to fill the baking tray by two thirds.
Bake in a moderate oven for about an hour and sprinkle some icing sugar on the top.
You will now understand why it’s called ‘Heaven Cake’.
venerdì 24 settembre 2010
pasteggiando per Napoli (english version included)
Quando vivevo a Napoli ed avevo degli ospiti “forestieri” i poveri malcapitati non potevano esimersi dal mio tour tipico della città. Il tour comprende, accanto alla visita dei decumani con sosta obbligatoria al Cristo Velato, alla venerazione ammirata delle “Sette opere di Misericordia” del Caravaggio, alla contemplazione dell’altarino al capello di Maradona ( e non vado oltre per non annoiarvi con un lungo elenco), la degustazione della sfogliatella da Scaturchio e la frittatina di maccheroni da Di Matteo (si vabbè poi la pizza, il babà etc etc). La frittatina di maccheroni, da non confondersi con la più famosa frittata di maccheroni, è un pezzo tipico delle rosticcerie napoletane a base di pasta (per lo più bucatini) condita con bechamelle, formaggio, pisellini, prosciutto cotto o salame, avvolta in una pastella e fritta. Detto così sembra una bomba calorica, e in effetti lo è, ma è anche una delle cose più goduriose che si possano mangiare passeggiando per le strade di Napoli. Questa mia è una versione un po’ diversa, al cavolfiore.
FRITTATINA DI MACCHERONI AL CAVOLFIORE
Per 11/12 frittatine dal diam di 5 cm
150 gr di bucatini
400 gr di cavolfiore
Bechamelle
20 g. parmigiano grattugiato
10 g. di provolone auricchio semipiccante grattugiato
Pan grattato
Acqua
Farina
Olio per friggere
Per la bechamelle
200 ml di latte
25 g. di burro
25 g. di farina
Sale
Una grattata di noce moscata
Sciogliere a fuoco lento il burro e aggiungere la farina fuori dal fuoco. Rimettere sul fuoco e fare scurire leggermente (basta un minuto), aggiungere il latte a filo, e continuare a mescolare fino a che non avrà preso a bollire. Aggiungere sale e noce moscata.
Lessare il cavolfiore ( ma potete anche cuocerlo al vapore o in pentola a pressione come ho fatto io), sminuzzarlo con una forchetta e aggiungerlo alla bechamelle.
Lessare i bucatini in acqua salata ben al dente, tagliarli grossolanamente e condirli con la bechamelle al cavolfiore, aggiungere parmigiano e provolone grattugiati, mescolare e stendere in una teglia e pressare e compattare con l’aiuto molto bene(per queste dosi io ho utilizzato un tegame dal diam di cm 20).
Lasciare riposare in frigo anche tutta la notte.
Con un coppa pasta di 5 o 6 cm di diam tagliare le frittatine e passarle in una pastella a base di acqua e farina (per 50 gr di farina 00 circa 70 gr di acqua e 1 pizzico di sale), poi nel pan grattato.
Friggerle e consumarle tiepide.
Con questa ricetta partecipo al concorso "foodblogger in scena al salone del gusto" organizzato da Pasta Garofalo e Leiweb
ENGLISH VERSION
When I lived in Naples and had some foreign guests at home, I had fun making the usual trip in town.
The tour consisted of the usual places, streets, places and momuments which were worth a look or a visit.
Little maccheroni omelette was also among the typical dishes which were part of the typical tour.
Little maccheroni omelette must not be confused with Naples’more famous maccheroni omelette.The former consists of pasta seasoned with bechamel sauce , cheese, little peas, York ham or salami wrapped in a fried batter.
It is one of the most caloric food of all, but it’s also one of the most noteworthy delicatessen you will ever enjoy in the streets of Naples.
CAULIFLOWER PASTA OMELETTE
Makes about 11/12 5 diameter omelettes.
150 gr bucatini (kind of thick hollow spaghetti)
400 gr cauliflower
Bechamel sauce
20 gr grated Parmesan cheese
10 gr sharp Provolone cheese
Bread crumbs
Water
Flour
Frying oil
For the bechamel
200 ml milk
25 gr unsalted butter
25 gr flour
Salt
Little grated nutmeg
Put the butter in a pan and softly melt it. Take it out of the heat and add the flour. Put the pan on the heat and let it slightly brown ( a minute should be enough). Add the milk and go on mixing until it boils. Add salt and nutmeg.
Boil the cauliflower ( you may steam it or cook it in a pressure pan as I did), mince it with a fork and add it to the bechamel sauce.
Cook the bucatini ‘al dente’, coarsely cut them and season them with bechamel, add some grated Parmesan cheese and provolone, mix thoroughly and spread in a baking tray and firmly press it( I used a 20 cm diameter baking tray).
Put it into the fridge and let it rest overnight.
Cut the batter with a 5 or 6 cm diameter pastry cutter and put each pastry circle in a water and flour based batter then roll it in bread crumbs (for the fryinbg batter: 70 gr water per 50 gr flour and a pinch of salt).
Fry them and enjoy at room temperature (somewhat lukewarm).
mercoledì 22 settembre 2010
semplice e veloce
Questa torta ha solo 3 ingredienti: nocciole, che siano di ottima qualità per carità, albumi, sono certa che il vostro congelatore ne è stracolmo, e zucchero al velo.
Questa torta è la più veloce e semplice che abbia mai fatto, basta tritare le nocciole, montare gli albumi ed infornare. Potete anche prepararla qualche giorno prima.
Questa torta è adatta anche per chi è celiaco e per chi è intollerante al lattosio, ma non è adatta per chi non ama le nocciole.
Questa torta piemontese d.o.c. era nella mia "to do list" da anni.
Questa torta l’ho preparata per le mie amiche carissime.
TORTA DI NOCCIOLE SENZA FARINA di Monica Tosin
Ingredienti:
g.200 di nocciole tostate
g.200 zucchero a velo (io ne ho messi 180 g.)
7 albumi
Sale
Esecuzione:
Tritate finemente le nocciole tostate, montare i bianchi a neve con lo zucchero a velo e un pizzico di sale; unirvi il trito di nocciole molto delicatamente, amalgamando bene. Imburrare una teglia o meglio ancora foderare la teglia con carta forno e versare il composto dando uno spessore non superiore a 2 centimetri (io ho usato una teglia dal diametro di 25 cm). Cuocere a 150° per 40 minuti. Non è necessaria nessuna decorazione particolare, se vi piace potete spolverizzarla con un leggero velo di cacao.
lunedì 20 settembre 2010
solo una manciata di fave (english version included)
Cosa è rimasto di quest’estate?
L’abbronzatura è sparita, andata, fuggita, kaputt, doccia dopo doccia i tubi di scarico l’han portata via con sé.
Il sole e il mare della Grecia sono rimasti in Grecia e a Milano più che ad un pic nic sui prati del Sempione non si può anelare.
Il vento che ti spettina i capelli e l’odore inebriante del mare manco me li ricordo più.
Ah si, una cosa è rimasta qui a Milano con me: le fave per il purè acquistate ad Itaca.
Quelle che in Grecia chiamano fave sono dei piselli gialli secchi e spaccati.
La ricetta è copiata pari pari da Jean Michel.
FAVA
Per 4 persone
200g di piselli gialli seccati e spaccati (si trovano nei negozi esotici che vendono prodotti indiani, sotto il nome di “chana dahl”), oppure 250g di lenticchie rosa dette anche lenticchie turche.
1cipolla rossa media divisa in due
½ limone
Olio extra-vergine
Sale e pepe
Fare cuocere i piselli secchi in acqua addizionata di sale, poco olio e una mezza cipolla intera. Non mettere moltissima acqua all’inizio ma piuttosto aggiungerne via via che i piselli la assorbono, fino a quando non sono cotti del tutto e già quasi disfatti. Non dovrebbe esserci più acqua da scolare ma se il caso scolateli.
Passate il purè al mixer per lisciarlo, con il succo di limone, sale e pepe e olio extra-vergine in quantità moderata.
Sistemate il puré nel suo contenitore da portata e copritelo con fettine sottilissime di cipolla cruda.
Servire tiepido o freddo.
ENGLISH VERSION
Summer: there’s very little left..
My, your tan has faded away, almost disappeared after so many showers which washed it away…
The sun of Greece and its beautiful sea are in Greece and you have to make do of a picnic on Sempione Park’s lawns.
The wind caressing your hair and the heady smell of the sea are just a far memory well behind.
I actually succeeded in carrying one pleasant treat: broad beans for the puree.
Dry yellow cracked peas are called broad beans in Greece.
BROAD BEANS
(serves 4)
200 gr dry cracked yellow beans ( you may buy them in exotic food stores and are called ‘chana dahl’)
Or
250 gr pink dry lentils also known as turkish lentils
1 medium onion halved
Lemon
Extra virgin olive oil
Salt and pepper
Boil the broad beans in salted simmering water with salt, little oil and just one halved onion (whole). Do not use too muh water and add it as long as your beans cook; just let them asborb it little by little.Let them cook until tender and nearly mashed. In case there were some water left when cooked, strain it.
Process the bean puree in a mixer until smooth and add lemon juice, salt, pepper and oilve oil (not so much).
Lay the puree in a serving dish and cover it with very thin raw onion slices .
Serve lukewarm or cold.
venerdì 17 settembre 2010
come allungare la vita...ad una ricotta (english version included)
Non chiedetemi come mai mi ritrovassi in frigo un discreto quantitativo di ricotta.
E’ evidente che avessi in mente qualcosa quando l’ho comprata, è altresì evidente che mi sono completamente dimenticata cosa avessi in mente.
Nel mentre cercavo di ricordare il perché e il per come di quelle scorte apocalittiche, la ricotta ovviamente cominciava a patire il trascorrere del tempo e quindi, per far fronte all’ineluttabilità e all’inesorabilità del suo orologio biologico, l’ho infornata.
Ora questa non è una ricetta vera e propria, è solo un modo per allungare la vita ad una ricotta.
Si potesse fare anche con noi umani vi direi subito di infilarvi tutti in forno a 150°, ma ho idea che non funzionerebbe…
Tornando alla ricotta, potete condirla con erbette, spezie, buccia di agrumi, sale, prima di infornarla, oppure infornarla pura e semplice, così da poterla anche grattugiare o sbriciolare sulla pasta.
RICOTTA AL FORNO
Ricotta
Erbette, spezie, bucce di agrumi, sale, pepe, a piacere
Mettere la ricotta ben sgocciolata su una teglia ricoperta da carta forno ed infornare a 150° per 1 ora circa, fino a che non si sia ben asciugata e la parte esterna non abbia assunto un colore ambrato.
Tenete presente che una ricotta da 250 grammi ci ha impiegato circa 1 ora e 10.
Una volta raffreddata conservatela in frigo per alcuni giorni
ENGLISH VERSION
I don’t know why, but I had quite a considerable amount of fresh ricotta cheese in my fridge. When I bought ricotta, I know I had something in my mind; surely I had plenty of plans and willings so that the stock I made might have been barely sufficient for my cooking intentions.
Anyway, days went by and the ricotta kept on being idle in my fridge waiting for my creative skills
In order not to throw it away I decided to bake it so that my ricotta could ‘live on’ for some more days.
Once baked or before baking, you can dress the ricotta with herbs, spices, citrus fruits skin,salt, etc.
Alternatevily when baked, you may also grate it or break into pieces.
What if we baked ourselves in order to extend our life?
BAKED RICOTTA CHEESE
Fresh ricotta cheese
Fresh chopped herbs
Finely grated citrus fruits skin
Salt and pepper
Let the ricotta strain for a while and put it on a baking tray with cooking foil and bake it at 150° C for about an hour until golden amber and well dry.
Just bear in mind that 250 gr fresh ricotta cheese takes about 1 hour and 10 minutes to bake.
Once cooled down, store it in the fridge for some days.
mercoledì 15 settembre 2010
in soli 10 kmq (english version included)
E’ incredibile come in poco più di 10 kmq di bellissima roccia nel cuore del Mar Tirreno sia nata una così alta concentrazione di specialità gastronomiche.
Se so fare bene i conti ogni 2 kmq a Capri c’è qualcosa di tipico da mangiare o da bere.
Tutti si nutrono di insalata caprese: pomodoro e fiordilatte, in molti vanno pazzi per la torta caprese nelle versioni bianche e nere, il limoncello, la cui paternità Capri si contende con Sorrento ed Amalfi, è diventata quasi una bevanda nazionale.
Ma quanti di voi conoscono i ravioli capresi?
Il raviolo caprese ha un involucro esterno di “pasta cotta”, che ha quasi una consistenza da gnocco, un ripieno di caciotta secca vaccina e maggiorana, ed un semplicissimo condimento di pomodoro e basilico.
Qui avevo pubblicato versione rivisitata con burrata e asparagi.
RAVIOLI CAPRESI (dosi per 20 ravioli circa)
Per la pasta
250 g di farina 00
250 g di acqua
Sale
1 filo d'olio extra vergine d'oliva
Per il ripieno
100 g di caciotta secca vaccina grattugiata (caciotta dei monti lattari nella versione originale)
1 uovo
Maggiorana
Per il condimento
600 gr pomodorini
olio extra vergine
sale
basilico
parmigiano grattugiato
Preparare la pasta
Portare ad ebollizione l’acqua e salarla, spegnere sotto il fuoco e versare la farina tutta insieme.
Aggiungere il filo d’olio.
Mescolare con l’aiuto di una cucchiarella di legno e poi con le mani (solo quando l’impasto si sarà raffreddato per evitare ustioni alle mani).
Lasciar riposare l’impasto coperto.
Preparare il ripieno
Mescolare la caciotta grattugiata con l'uovo e con la maggiorana
Preparare il condimento
In una padella larga far scaldare dell'olio extra vergine, aggiungere i pomodorini tagliati a pezzetti, fare cuocere qualche minuto, salare e aggiungere abbondante basilico.
Preparare i ravioli
Stendere la pasta di acqua e farina con un mattarello, avendo cura di spolverare il piano di lavoro con della farina.
Con un coppapasta rotondo tagliare dei cerchi, riempirne la metà con un cucchiaino di ripieno, chiuderli sovrapponendo i cerchi non farciti e sigillare bene il raviolo facendo aderire le 2 metà con un po’ di acqua.
Lessarli in abbondante acqua salata fino a quando i ravioli non saliranno a galla.
Condirli con il sugo fresco di pomodoro, una spolverata di parmigiano e abbondante basilico.
ENGLISH VERSION
You cannot immagine how many delicatessen you can enjoy within 10 km rocky area in the Mediaterranean Sea.
For instance, in Capri you may taste something noteworthy every 2 kilometers.
Everybody knows ‘salad caprese’: tomatoes with fresh, milky mozzarella cheese. Caprese cake is also widely appreciated in white chocolate or dark chocolate version. Last but not least limoncello is nearly a kind of ‘national liqueur’: Capri, Sorrento and Amalfi are still quarreling about its origin.
But, do you know ‘ravioli caprese’?
Ravioli caprese has an exterior cooked pasta shell, whose texture is like a gnocchi consistency.
The stuffing consists of cow dry cheese and marjoram and has a simple dressing made of tomato and basil.
RAVIOLI CAPRESE
FOR THE PASTA SHEET
250 gr wheat flour
250 gr water
Salt
Little extra virgin olive oil
STUFFING
100 gr dry cow grated cheese
1 egg
Marjoram
DRESSING
600 gr tomatoes
Extra virgin olive oil
Salt
Basil
Grated Parmesan cheese
Making PASTA SHEETS
Bring water to a boil and add salt. Take it off from the heat and add the flour altogether. Add the oil. Blend with a wooden spoon and when cooled down dough with your hands. Let it rest
Making THE STUFFING
Mix the grated cheese with the egg and the marjoram.
MAKING THE DRESSING
In a large pan, heat the oil, add the coarsely diced tomatoes. Let them cook some minutes, salt and sprinkle with abundant basil leaves.
MAKING THE RAVIOLI
Roll out the pasta dough with a rolling pin, sprinkle the board with flour.Cut out some circles through a pastry cutter, fill them and close them with other pasta circles (as if they were a kind of lid) and seal them properly using some water as ‘glue’.
Boil the ravioli in salted water; they will be ready when they bob up.
Season them with fresh tomato sauce and a little grated Parmesan cheese along with abundant basil leaves.
lunedì 13 settembre 2010
post eretico (english version included)
Pensate di salire sulla Statua della Libertà e di strapparle via la sua fulgente fiaccola, di recarvi al Colosseo e di dipingerlo tutto di bianco e nero, o di prendere a sassate la Sirenetta di Andersen nel porto di Copenaghen.
Ho praticamente fatto tutte queste cose insieme con una sola misera ricetta.
Ho fatto scempio di uno dei piatti simbolo della cucina toscana, mi perdonino tutti i discendenti di Dante, di Boccaccio e dei signori Medici, chiedo loro umilmente scusa, e mi perdoni anche la signora Rita Pavone, anche se “viva la pappa pappa coi pepe- pepe - peperoni” non suona poi tanto male…
A mia discolpa devo dire che questa pappa ai peperoni non è poi così male
PAPPA AI PEPERONI
Ingredienti
Per 4 persone
200 gr pane raffermo ( se avete il pane toscano è meglio)
1 kg peperoni
4 o 5 pomodori
Basilico abbondante
2 spicchi Aglio
Olio, sale, pepe
Rosolare un paio di spicchi d’aglio nell’olio, facendo attenzione a non farli bruciare ed eliminandoli una volta rosolati.
Aggiungere i peperoni e i pomodori tagliati a pezzetti ed il basilico spezzettato con le mani, aggiungere sale ed un po’ di pepe.
Far cuocere una decina di minuti e poi versare del brodo vegetale leggero, portare a cottura i peperoni.
Aggiungere il pane tagliato a dadoni e fare cuocere ancora qualche minuto fino a che il tutto non si sarà ben amalgamato.
Aggiustare di sale e fare riposare un’oretta nel tegame coperto prima di servire.
ENGLISH VERSION
Just think of climbing on the Liberty Statue and to take off her bright torch. Just figure out you went to the Coliseum and painted all black and white. Just even dare stone Andersen’s mermaid in Copenhagen.
I have done all these things in a single recipe.
I played havoc with one of the most peculiar dish in Tuscany’s cookery.
I apologise – hat in hand- . May all the descendants of Dante, Boccacciao and Medici forgive me!!
PEPPER PAPPA (Pappa is a nice nickname for babyfood)
(serves 4)
200 gr stale bread (you’d better use Tuscan unsalted bread)
1 kg peppers
4 or 5 tomatoes
Abundant basil
2 garlic gloves
Salt and pepper
Oil, salt and pepper
Cook a couple of garlic cloves in oil until brown. Do not burn them and put them aside once browned. Slice the peppers and chop tomatoes, basil leaves (broken into pieces with your hands), and add them along with salt and pepper.
Let them cook for 10 minutes and pour some light vegetable stock, cook the peppers completely.
Cut into dices the stale bread and cook for some more minutes with all the ingredients until well mixed.
Add some more salt if necessari and let it stand for an hour before tasting.
venerdì 10 settembre 2010
prima che l'equinozio d'autunno mi colga (english version included)
Non ci può essere estate che si rispetti senza una montagna di gelato.
Ed io quest’anno non ne avevo ancora prodotto, l’anno scorso vi avevo tormentato l’esistenza con le mie innumerevoli prove tecniche, quest’anno nisba, nulla, niet.
Mi sono detta che non potevo lasciare che il 21 settembre arrivasse senza allietarvi e allora grazie ad un gelato alla stracciatella di Eugenia e ad un’ottima pasta di nocciole gentilmente donatami da Ciboulette, anzi dalla di lei cognata, ecco a voi la nocciola stracciatellata.
Senza uova, quindi un po’ più leggero delle solite creme. Se eliminate la pasta di nocciole ed usate il cioccolato fondente otterrete un’ottima stracciatella
GELATO ALLA NOCCIOLA STRACCIATELLATA
1/2 litro di latte fresco
30 g di glucosio
40 g di latte scremato in polvere
110 g di zucchero
3 g di Neutrogel
un pizzico di sale
80 gr di pasta di nocciole
200 ml di panna fresca
80 g di cioccolato al latte
Riunire in un pentolino il latte fresco, il glucosio, il latte in polvere, lo zucchero mescolato al Neutrogel, un pizzico di sale e la pasta di nocciole. Portare a 85°, mescolando. Togliere dal fuoco e aggiungere a filo la panna.
Frullare il composto con il minipimer. Travasare in un recipiente e raffreddare rapidamente, mettendo il contenitore in un bagnomaria di acqua e ghiaccio (i professionisti usano l'abbattitore).
Trasferire in frigo, ben coperto, fino al momento di mantecare in gelatiera. Al momento opportuno, dare ancora una frullata con il minipimer.
Quando il gelato sarà pronto, fondere a microonde il cioccolato rotto in pezzi (io uso il microonde). A pale ancora in movimento, aggiungere, poco alla volta, il cioccolato fuso al gelato, spatolando per distribuirlo uniformemente nella massa.
Altre ricette di gelato:
gelato al mascarpone variegato ai lamponi e mirtilli
gelato vaniglia e lavanda
gelato al pralinato
gelato al caffè con salsa al cioccolato
bomboniera bianca e nera
cremolata di fragole
I can’t think of Summer with no ice- creams, tons of ice- cream I daresay!
I have not made any this year. Last year, though, I bothered you with my countless technical proofs. This year nothing, absolutely nothing.
I couldn’t stand the idea of Autumn to come with no ice-creams at all!Thanks to Eugenia’s vanilla ice-cream with chocolate chips and thanks to an excellent hazelnut paste Ciboulette kindly gave me (it was actually her sister in law who offered it to me), here’s the vanilla chocolate chips and hazelnut ice-cream!
Such a recipe is not custard based, so it comes a bit lighter than common ice-creams. If you take away the hazelnut paste and use dark chocolate you will enjoy an excellent vanilla ice-cream.with chocolate chips.
VANILLA ICE CREAM WITH CHOCOLATE CHIPS AND HAZELNUTS.
½ LITER FRESH MILK (UNSKIMMED)
30 GR GLUCOSE
40 GR DRY SKIMMED MILK
110 GR SUGAR
3 GR NEUTROGEL
1 PINCH OF SALT
80 GR HAZELNUT PASTE
200 ML FRESH WHIPPING CREAM
80 GR CHOCOLATE WITH MILK
Pour into a saucepan the fresh milk,the glucose, the dry milk, the sugar mixed with Neutrogel, a pinch of salt and the hazelnut paste. Start mixing bringing the mixture to 85° degrees Centigrades .take out of fire and gently add the whipping cream.
Whisk with a mixer. Pour into a pan and quickly cool down by cooking in a double saucepan with ice (pros use a temperature feller). Transfer into the fridge, cover with a film,until the mixture to be stirred in your ice-cream maker.
When the ice-cream is ready, melt with your microwave (500W) the chocolate (formerly broken into pieces).
When the paddle of your ice-cream maker are still working, slowly add, the melted dark chocolate, use a spatula to better spread it into your ice-cream batter.
mercoledì 8 settembre 2010
la rivincita di un gambo di sedano (english version included)
Un po’ bistrattato, molto spesso solitario e appassito residente in frigoriferi poco forniti, quasi sempre comparsa e quasi mai protagonista di pietanze e ricette, penso che finalmente dopo tanta sofferenza e tanta gavetta il sedano possa trovare in questo pesto una sua degna collocazione ed una sua precisa identità.
Se fino ad ieri tutte le volte mi capitava di trovarmi dinnanzi ad un gambo di sedano non mi venivano in mente soffritti o pinzimoni ma la geniale Luciana Littizzetto, ebbene da oggi ogni volta sarò al cospetto di un gambo di sedano mi verrà in mente il pesto di sedano, semplice, veloce, fresco condimento per uno spaghetto dell’ultimo momento.
PESTO DI SEDANO
Per 200 gr di pasta circa
½ gambo di sedano foglie incluse (circa 40 gr)
1 manciata di mandorle (circa 20 gr)
1 cucchiaio di parmigiano grattugiato
Olio q.b.
Sale
Se volete chiamarlo pesto mettete tutti gli ingredienti in un mortaio e cominciate a pestare.
Se come me avete sempre fretta e non siete dei puristi del genere, mettete tutto nel frullatore e pigiate il tasto di avvio, spegnetelo quando gli ingredienti si saranno ben amalgamati.
Lessate la pasta molto al dente e conditela con il pesto stemperato con un po’ di acqua di cottura
Ringrazio Arabafelice, che lo ha nominato nei commenti a questo post, non so esattamente cosa
intendesse lei, io me lo sono inventato così.
ENGLISH VERSION
Celery has usually been mistreated being a sort of ‘walk-on actor’ and never acting as a real ‘star’ among dishes and recipes. After such long sufferings and ‘rising through the ranks’, celery can hopefully rank itself properly in this pesto.
Whenever I see a stalk of celery , I’ll think of this recipe which is simple, quick and a fresh seasoning for ‘last minute spaghetti’.
CELERY PESTO
(serves 200 gr pasta)
½ stalk of celery – leaves included- (about 40 gr)
1 handful of almonds (about 20 gr)
1 spoon of grated Parmesan
Oil
Salt
If you wanto to call it ‘pesto’: arrange all the ingredients in a mortar and start crushing. If you happen as I do, to be alwways in a hurry and are not pesto purists, put everything in a blender and push the start button. Switch off when all the ingredients are well mixed.
Cook the pasta ‘al dente’ and season it with pesto melted in a little cooling water
lunedì 6 settembre 2010
come un tubino nero (english version included)
Ancora per la serie “al mio forno resto accozzicata”, una ricetta che è un po’ come quei vestitini neri che potete mettere sia d’estate che d’inverno tanto vi fanno fare sempre una gran bella figura, col chiletto in più o in meno tanto “apparano” la situzione, in una serata elegante con il tacco alto o col sandalo basso per andare a cinema.
Una donna sa cosa mi riferisco, un uomo può immaginarlo o documentarsi presso una donna.
Questo tortino potete mangiarlo d’inverno accompagnato da un radicchio alla griglia o da una fonduta di formaggio, oppure in estate tiepido accompagnato da una dadolata di pomodori o di peperoni stufati
SFORMATINO DI PATATE E RICOTTA
Per 2 sformatini
100 g di patate
150 g di ricotta
1 uovo
1 cucchiaio di parmigiano
Sale e pepe
Pangrattato
Lessate le patate,sbucciatele e passatele nello schiacciapatate. Aggiungete la ricotta, il parmigiano, il sale, il pepe e il tuorlo e mescolate fino ad ottenere un composto liscio.
Aggiungete alla fine l’albume a neve.
Versate il tutto in 2 stampini monoporzione imburrati e spolverati di pangrattato e cuocete in forno caldo a 180° per una ventina di minuti circa.
Sformate e servite con una dadolata di pomodori, con dei peperoni a pezzetti stufati, con del radicchio alla griglia, con una fonduta di formaggio o come meglio preferite
ENGLISH VERSION
Still stuck in front of my oven.
This recipe is just like an ‘ all purpose dress’ which enables you to make a good impression no matter what the season of the year is. In case you were chubby, you will look slimmer wearing a black all purpose dress should you ever ‘live in large’
Women know what I am writing about, men can just figure it out and they may have a word with women in order to better inquire.
You can enjoy this pie in Winter either along with a grilled chicory or with a cheese fondue or in Summer with tomato cubes or stewed peppers as a side dish.
POTATO AND RICOTTA CHEESE SMALL PIES
Serves 2 small pies
100 gr potatoes
150 ricotta cheese
1 egg
1 tablespoon parmesan
Salt and pepper
Breadcrumbs
Boil the potatoes and sieve them through the potato masher. Spoon in the ricotta cheese, parmesan, salt, pepper and the egg yolk and mix properly until you have a smooth batter.
At the end, add the egg white beaten to a firm froth.
Butter thoroughly two small pie moulds and sprinkle them with breadcrumbs, pour in the mixture and bake in pre-heated oven (180° Celsius) for approximately twenty minutes.
Take out of the moulds and serve with tomato cubes, some stewed peppers , some grilled chicory and with a cheese fondue or as you best like.
mercoledì 1 settembre 2010
scene da un rientro (english version included)
Volete sapere come fare a perdere in meno di 1 ora tutti i benefici tanto faticosamente conquistati in ben 3 settimane di mare e sole trascorsi in Grecia?
Semplicissimo: basta farsi balenare la strabiliante idea di andare a fare la spesa all’Esselunga di Lorenteggio ( ma va bene qualunque centro commerciale o megasupermercato di qualunque città o provincia italiane), nella domenica del grande esodo di rientro dalle ferie d’agosto (attenzione, questa è una condizione essenziale).
Mi raccomando, fate come me e scegliete con cura l’orario in cui addentrarvi nel malefico girone dantesco, che sia un orario intelligente, cioè quello di apertura.
Pare che il 70% della popolazione italiana scelga come me l’orario intelligente (siamo un popolo di furbi, non c’è che dire…) e si apposti scalpitante ai cancelli come cavalli da corsa all’apertura dei box.
Una volta guadagnato, miracolosamente incolume, l’ingresso, mi è capitato di assistere a scene degne di rifornimenti per un conflitto nucleare: carrelli stracolmi di qualunque cosa, e per qualunque intendo dire proprio qualunque cosa.
In quanto tempo pensate che una famiglia media possa consumare 20 confezioni di cetriolini sott’aceto assolutamente non offerta? (giuro le ho contate).
E vi risulta che il sedano sia un prodotto in via di estinzione? Un signore davanti a me ne ha preso ben 5 cespi. La mia immaginazione non è ancora riuscita a spiegare cosa si possa fare con 5 cespi di sedano, si accettano idee.
Ah già, dimenticavo l’allegra quanto misteriosa vecchina alla “Arsenico e vecchi merletti”con la sua immensa scorta di vaschette di alluminio e pellicola trasparente. Chi legge troppi libri gialli come me potrebbe anche farsi strane idee sull’uso di quelle vaschette…
Dopo questa faticosa quanto interessante esperienza ero talmente stremata da non avere la forza di cucinare, quindi accontentatevi di una “misera” non-ricetta di insalata di lenticchie ed accettate i miei saluti ed un caloroso ben ritrovati.
INSALATA DI LENTICCHIE
Lenticchie lessate al dente
Sedano
Pomodori
Freselle
Olio
Sale
Basilico
Quantitativi e procedimento ad libitum e “ad fantasiam”
ENGLISH VERSION
I am going to tell you how to waste all the benefits you could enjoy after three weeks’holiday in Greece on a boat in the sun..
It’s really straightforward! Just go shopping to one of the many glittering supermakets or malls on a Sunday when the big ‘exodus’ takes place. By ‘exodus’ I mean all the people who come back from their Summer holidays at the end of August.
I suggest you go to the shopping center as I did. Choose a ‘clever’ time to go: i.e. the opening time when most of the people go because they think that it won’t be that crowded!!
Once I succeeded in conquering the entrance I saw things which could be only compared to what could happen at the eve of a nuclear war! People were rushing and bought everything they saw; someone pushing his/her caddy packed with pickles. Do you think celery is dying out? A middle-aged gentleman bought five !!!
A nice, friendly little old woman with her stock of food trays and plastic wrap…whoever is fond of detective stories knows how those trays could be used.
After such a tiring experience I was so exhausted that I did not feel like cooking.
So just enjoy this ‘recipe’ which is not a proper recipe dealing with lentils salad.
Welcome back !!!
LENTILS SALAD
Al dente boiled lentils
Celery
Tomatoes
Freselle (rustic, stale bagel- style bread)
Oil
Salt
Basil
Quantities and preparation as you like
Semplicissimo: basta farsi balenare la strabiliante idea di andare a fare la spesa all’Esselunga di Lorenteggio ( ma va bene qualunque centro commerciale o megasupermercato di qualunque città o provincia italiane), nella domenica del grande esodo di rientro dalle ferie d’agosto (attenzione, questa è una condizione essenziale).
Mi raccomando, fate come me e scegliete con cura l’orario in cui addentrarvi nel malefico girone dantesco, che sia un orario intelligente, cioè quello di apertura.
Pare che il 70% della popolazione italiana scelga come me l’orario intelligente (siamo un popolo di furbi, non c’è che dire…) e si apposti scalpitante ai cancelli come cavalli da corsa all’apertura dei box.
Una volta guadagnato, miracolosamente incolume, l’ingresso, mi è capitato di assistere a scene degne di rifornimenti per un conflitto nucleare: carrelli stracolmi di qualunque cosa, e per qualunque intendo dire proprio qualunque cosa.
In quanto tempo pensate che una famiglia media possa consumare 20 confezioni di cetriolini sott’aceto assolutamente non offerta? (giuro le ho contate).
E vi risulta che il sedano sia un prodotto in via di estinzione? Un signore davanti a me ne ha preso ben 5 cespi. La mia immaginazione non è ancora riuscita a spiegare cosa si possa fare con 5 cespi di sedano, si accettano idee.
Ah già, dimenticavo l’allegra quanto misteriosa vecchina alla “Arsenico e vecchi merletti”con la sua immensa scorta di vaschette di alluminio e pellicola trasparente. Chi legge troppi libri gialli come me potrebbe anche farsi strane idee sull’uso di quelle vaschette…
Dopo questa faticosa quanto interessante esperienza ero talmente stremata da non avere la forza di cucinare, quindi accontentatevi di una “misera” non-ricetta di insalata di lenticchie ed accettate i miei saluti ed un caloroso ben ritrovati.
INSALATA DI LENTICCHIE
Lenticchie lessate al dente
Sedano
Pomodori
Freselle
Olio
Sale
Basilico
Quantitativi e procedimento ad libitum e “ad fantasiam”
ENGLISH VERSION
I am going to tell you how to waste all the benefits you could enjoy after three weeks’holiday in Greece on a boat in the sun..
It’s really straightforward! Just go shopping to one of the many glittering supermakets or malls on a Sunday when the big ‘exodus’ takes place. By ‘exodus’ I mean all the people who come back from their Summer holidays at the end of August.
I suggest you go to the shopping center as I did. Choose a ‘clever’ time to go: i.e. the opening time when most of the people go because they think that it won’t be that crowded!!
Once I succeeded in conquering the entrance I saw things which could be only compared to what could happen at the eve of a nuclear war! People were rushing and bought everything they saw; someone pushing his/her caddy packed with pickles. Do you think celery is dying out? A middle-aged gentleman bought five !!!
A nice, friendly little old woman with her stock of food trays and plastic wrap…whoever is fond of detective stories knows how those trays could be used.
After such a tiring experience I was so exhausted that I did not feel like cooking.
So just enjoy this ‘recipe’ which is not a proper recipe dealing with lentils salad.
Welcome back !!!
LENTILS SALAD
Al dente boiled lentils
Celery
Tomatoes
Freselle (rustic, stale bagel- style bread)
Oil
Salt
Basil
Quantities and preparation as you like