mai fidarsi delle apparenze

lunedì 7 settembre 2009

Pubblicato da Lydia



Le pere mastantuono non sono proprio belle, sono piccole, un po’ deformi, un po’ ammaccatucce, un po’ picchiettate e si trovano in Campania (soprattutto in costiera sorrentina) in un periodo dell’anno molto limitato, ed anche in questo periodo dell’anno (agosto per l’appunto) sono difficilmente reperibili.
Hanno una polpa soda e profumata, dal sapore dolce, nonostante ciò la loro produzione è stata soppiantata da esemplari più “avvenenti”, anche frutta e verdura sono soggette alla terribile legge dell’apparire più che essere.
Per me è tradizione, di rientro dalle vacanze, procurarmele e farne marmellata, poco dolce, da poter utilizzare anche sui formaggi.
Io non so se ci sia qualcosa di simile al di fuori del territorio campano, magari con altro nome.

Vi riporto le probabili origini del singolare nome di questa varietà di pere tratte dai taccuini storici
“ Un contadino aveva un albero di pero, molto dispettoso, perché non aveva mai nel corso degli anni prodotto una sola pera, nonostante le sue cure e la sua attenzione. Per questo, stanco e disilluso, decise di tagliarlo e di vendere il legno, Uno scultore ne acquistò il tronco e fece una statua raffigurante Sant’Antonio che fu benedetta e messa in chiesa. Il contadino, venuto a conoscenza del fatto, si portò accanto all’immagine e disse” Io ti cunosco piro e nun facevi pere, mo’ si Sant’Antonio e vuo’ fa’ ‘e grazie? ”(io ti conosco albero di pero che non produceva alcuna pera, ora che sei Sant’Antonio come puoi fare le grazie?”)”. Da qui ha origine, con molta probabilità, il nome pera Mast’Antuono e questa frase è diventata proverbiale e si usa nei confronti di qualcuno che vuol sembrare buono e santo ed invece non lo è.”
Angie Cafiero


MARMELLATA DI PERE MASTANTUONO NOCI DI SORRENTO E UVETTA

2 kg di pere mastantuono già mondate e tagliate a cubetti
600 gr di zucchero
150 gr di uvetta
100 gr di gherigli di noce sminuzzati
1 mela grattugiata
2 limoni

Mescolare le pere con lo zucchero, la mela grattugiata, la buccia grattugiata e il succo dei limoni.
Porre in una pentola e mettere sul fuoco fino a che lo zucchero si scioglie, spegnere quando la frutta comincia a fare le bollicine sul bordo della pentola.Lasciare tutta la notte a riposare. Il giorno dopo riaccendere sotto il fuoco e far bollire lentamente per 40/50 minuti. Nel corso della cottura schiumare la marmellata.
Aggiungere uvetta e noci all'ultimo momento.
Invasare e procedere con la sterilizzazione come meglio si crede. Io lavo i barattoli in lavastoviglie, poi li metto in forno a 110 gradi e li lascio lì per un’ora almeno. Quando la marmellata è pronta tiro fuori i barattoli dal forno e con l’aiuto di uno strofinaccio bagnato verso la marmellata bollente, chiudo e capovolgo il barattolo fino al raffreddamento

18 commenti:

MilenaSt ha detto...

Questo tipo di pere si trova anche nella mia zona, ma non so come si “chiamino”: si tratta pur sempre di vecchi alberi che qualche contadino ha tenuto per la loro dolcezza e per il l oro profumo che, soprattutto quando sono appena raccolte, è intenso e inebriante.
Deliziosa l’idea di arricchire la marmellata con le noci (di Sorrento!) e l’uvetta.
L’anno scorso ho preparato anch’io le marmellate per i formaggi e tra queste una di pere (anch’esse piccole ed in via di estinzione) al peperoncino :)
P.S.: Bellissima la ciotolina!

Sara @ Fiordifrolla ha detto...

Questa varietà di pera non la conoscevo, non so se qui in Emilia Romagna ci sia qualcosa di simile chiamata con un altro nome. Un po' come altri frutti dimenticati (vedi la pera volpina, le giuggiole, ecc...) credo siano non solo un piacere per il palato, ma anche un modo per riscoprire i sapori di un tempo.
Buona settimana!

pinar ha detto...

Da non credere!!! sono appena stata dal fruttivendolo e indovina cosa ho comprato?!? le pere "mastantuono"! e visto che sono stata fortunata, perchè credo siano le ultime, ne faccio marmellata!
grazie

Gambetto ha detto...

Le conosco bene anche io queste pere "bistrattate" adesso vendute a peso d'oro da qualche contadino che ha fiutato l'affare...
La marmellata però non l'ho mai provata...se mi metto in lista d'attesa ne posso avere un barattolino?! :-P
PS
Ho accesso al blog solo da pochi giorni ed è bello ritrovare "TzazikiAColazione" in piena forma :-) Buona giornata

robertopotito ha detto...

ne vorrei un vasetto...grazie !!!
TI ho messo da parte un barattolo di pomodori...a presto!!!

Solema ha detto...

Con che qualità di pere posso sostituire questa rarità? mi piacerebbe davvero fare questa marmellata!!!

artemisia comina ha detto...

ricordi di bambina: assai piccole pere che diventavono buonissime solo quando il loro duro e rasposo interno fondeva diventando bruno e dolcissimo, da competere con i dolci fichi. ma potevano sembrare quasi "marce". nessuna speranza per loro in quest'epoca di pura plastica :(

PS: sono affascinata da quella sequenza di perfette etichette.

Anna Righeblu ha detto...

Non sapevo si chiamassero così.
La descrizione fatta da Artemisia Comina è perfetta, anch'io le ricordo dolcissime, quando la loro polpa diventava di colore "avana".
Di questi frutti ho un ricordo lontano: mio nonno ne aveva alcuni alberi e qualche volta ne ho mangiate in quantità esagerata, direttamente dall'albero...
La tua idea dell'uvetta nella marmellata è ottima, in questo periodo sto usando quella di prugne secondo tua ricetta, nella prossima proverò anche le noci...
Baci

Cuoche dell'altro mondo ha detto...

Non so se la variante tedesca che gli assomiglia molto sia la stessa (e non ho idea del nome), ma questa marmellata posso farla!
La composizione di foto è stupenda, soprattutto abbinata allo sfondo blu del blog. E la calligrafia è invidiabile.

Un abbraccio
Alex

Günther ha detto...

mai fidarsi della frutta troppo bella in realtà in molte zona di sono delle produzioni locali di una varietà di pere o mele poco note, pere e mele posso coprire l'arco di un anno per quante varietà ci sono e maturano in tempi idversi da me ci sono delle pere che chiamiamo schwarz, perchè le apri e divertano scure subito sono un po dure come le martin sec, hanno una durata limitata, proverò a farci questa marmellata che mi piace moltissimo

ornella ha detto...

Lydia, anche da noi si trovano delle pere simili, piccoline e molto succose.. non ne conosco il nome, noi le chiamiamo "le perine di Martina"! Bella la marmellata, le ciotole e le foto, COMPLIMENTI!
Ornella
P.S Anch'io nelle marmellate aggiungo una mela e niente pectina, non ce n'è bisogno! ;)

Edda ha detto...

Sono tra le pere preferite di mio padre (napoletano) ma tu hai fatto un vasetto da boutique chic! Un abbraccio e buona notte

JAJO ha detto...

Strepitosa !!!
Malgrado tutto, rinnovo la mia richiesta di matrimonio (anche se Roberto cancellerà il commento hahahaha)

P.s.: LA FOTO NON LA CAMBIOOOO !!!!!
HAHAHAHAHAA

Albertone ha detto...

Avevo letto di questa pera e della storia del suo nome sul numero di agosto-settembre di Sapori d'Italia.
Complimenti sia per la ricetta (interessante l'uso della mela e dell'uvetta) che per la bellissima foto.
Alberto

dede leoncedis ha detto...

mi è piaciuta la storia della pera e credo mi piacerebbe anche la marmellata. anzi, sicuramente

Anonimo ha detto...

quale altro tipo di pere si può utilizzare per questa marmellata?

un saluto a tutti

loulou ha detto...

Fatta, strepitosa!!! Avevo pere locali della val di Chiana (quelle rotondette ruggine rosate, fondenti e profumate) e ho fatto bollire solo 30', spero non infici la conservazione (temo non ce ne sarà bisogno... : ).
Ottima sul pane, con i formaggi, nello yogurt, FATELA!
Grazie ancora...

Anonimo ha detto...

Ne ho jna pianta in giardino quest'anno proverò a fare questa marmellata!
Mio figlio sarà contento che io non abbia mai accolto la sua richiesta da piccolo di tagliare la pianta perché impicciava quando giocava a calcio con gli amici! 😁