visioni notturne di un'insonne (english version included)

giovedì 28 aprile 2011

Pubblicato da Lydia 36 commenti

SDONG!
Questo è il rumore che quasi ogni mattina attorno alle 3 si sente nella mia camera da letto.
Non sono io che rientro sbattendo la porta dopo una nottata di bagordi, nessun topo d'appartamento introdottosi furtivamente, nessun munaciello* trasferitosi a Milano, sono solo i miei occhi che dicono BASTA e SDONG! si spalancano.
Ora, chi come me soffre di insonnia cronica sa bene che è inutile continuare a girarsi e rigirarsi nel letto lottando nervosamente e febbrilmente con Morfeo perchè vi riprenda tra le sue braccia, che è molto più sano e meno snervante dedicarsi ad altro.
Diciamo pure che in questi anni avrei fatto in tempo a prendere una laurea in fisica nucleare ed una in filologia moderna, avrei potuto ricamare a tombolo un corredo a cento e scrivere un romanzo storico sulla Repubblica Partenopea del 1799.
Non essendo mai stata particolarmente ferrata in fisica, non avendo mai preso in mano un tombolo e non essendo una scrittrice, spesso e volentieri quelle sono le ore che dedico al blog, scrivo i post, elaboro le fotografie, penso alle ricette e a volte cucino.
Era da un po' che le mie nottate mi vedevano impegnata a pensare a come utilizzare degnamente le calle del Pastificio dei Campi, una sorta di calamarata tagliata in obliquo.
Se per avventura dovessero mancarvi le calle vi consiglierei di usare un pacchero o un mezzo pacchero.

* nel folklore napoletano il munaciello è uno spiritello dispettoso che vive all'interno di alcune case e che si diverte a nascondere o rompere oggetti, ma spesso anche a farli ritrovare o a lasciare regali


CALLE DEI CAMPI CON PISELLI E CALAMARI SU CREMA DI PATATE E LIMONI

per 2 persone
150 g di calle dei campi
100 g di piselli freschi già sgusciati
200 g di calamari
1/2 cipollotto fresco
olio extra vergine d'oliva
buccia di 1/2 limone non trattato grattugiato
sale

per la crema di patate
1/2 cipollotto fresco
olio extra vergine
100 g di patate
300 g di latte intero
50 g di acqua
sale
1/2 limone spremuto

Preparate la crema di patate.
Lessate le patate con la buccia, nel frattempo fate consumare il cipollotto affettato in un tegame con un filo d'olio (aggiungere dell'acqua per evitare che scurisca troppo).
Quando le patate saranno cotte sbucciatele, fatele a pezzetti e mettetele nel tegame con il cipollotto, copritele con il latte e l'acqua e fatele cuocere una mezz'ora.
Con l'aiuto di un frullatore ad immersione frullate le patate e il cipollotto, aggiungete il succo del limone e salate.
Tenete la crema da parte.

In una padella capiente versate un filo d'olio e mettete a consumare il cipollotto affettato, aggiungete i piselli e fateli cuocere aggiungendo un po' d'acqua e aggiustate di sale.
Nel frattempo pulite i calamari e tagliateli a pezzetti piccoli.
Lessate le calle al dente in abbondante acqua salata, terminate la cottura della pasta insieme ai piselli e ai calamari (avendo tagliato i calamari a pezzi piccoli avranno bisogno di poco tempo per la cottura).

Servite la pasta su un mestolo di crema di patate calda completando con una grattugiata di buccia di limone


ENGLISH VERSION


SDONG!!!!
That’s the noise everybody can hear in my bedroom at 3 a.m.nearly everyday.
It’s not me bumping my head after a busy night. It’s not burglars sneaking into my flat neither are they poltergeists moving along to Milano.
It’s my eyes which get wide open. Those who suffer from insomnia as I, do perfectly know that there’s no point in tossing and turning all night long looking forward to Morfeo to embrace us again. At such a stage, we’d better devote to some other more relaxing activities.
In those years, I may have graduated at University (Physics or whatsoever) or may I have plunged into lace pillow…
As I am not cut out at Physics and nor at embroidering, I devote myself to cooking or writing for my blog when I wake up in the night and cannot get to sleep again.
I have spent most of my nights thinking how to properly use le calle del pastificio dei Campi (kind of calla lily shaped pasta).


Calla lily pasta with peas, squids on a potato and lemon cream

Servings 2

150 g calla lily pasta
100 g fresh shelled peas
200 g squids
½ fresh shallot
Extra virgin olive oil
½ grated organic lemon zest
Salt

For the potato cream

½ fresh shallot
Extra virgin olive oil
100 g potatoes
300 g full fat milk
50 g water
Salt
½ squeezed lemon

Prepare the potato cream.
Boil the potatoes. In the meanwhile, let the shallot gently cook with a little oil, add some water should it darken too much. When the potatoes are ready, peel them, chop them and put them in a pan along with the shallot, cover them with milk and water and let them cook during half an hour.
Liquidize the potatoes and the shallot with a blender, pour in the lemon juice and salt.
Put the cream aside.

In a large pan, pour a little oil and gently cook the shallot , add the peas and let them cook adding water and salt.
In the meantime, clean the squids and chop them in small pieces.
Boil the pasta, when nearly cooked, add the peas and the squids ( they will take very little to cook as they are thinly chopped).

Dish up the pasta together with a spoonful of hot potato cream sprinkling some grated lemon zest.

patchwork

martedì 26 aprile 2011

Pubblicato da Lydia 23 commenti

Spiacente, nessun tutorial su come realizzare una coperta patchwork, io che non so attaccare un bottone, come potrei mai cucire tanti pezzettini di stoffa tra loro?
Patchwork è un termine elegante per definire quello che questa ricetta è: un raffazzonamento, un raffazzonamento molto buono però.
Prendete la ricetta della frolla al mais tostato che ho un liberamente scopiazzato da Manuela, prendete la ricetta della mousse al cioccolato e caramello di Pierre Hermè, mettetele insieme e godete.



TARTELLETTA CON FROLLA AL MAIS TOSTATO E MOUSSE CIOCCOLATO E CARAMELLO

Per la frolla al mais tostato

135 g. di farina di mais
120 g. di zucchero al velo
280 g. di farina 00
230 g. di burro freddo
1 uovo ed 1 tuorlo
4 g. di fleur de sel

Tostare in un pentolino antiaderente la farina di mais girandola continuamente senza farla bruciare, ma facendola diventare bella scura e profumata. Farla raffreddare.
Io metto tutti gli ingredienti, burro freddo a pezzetti compreso, nel Kenwood e con la foglia impasto il tutto prima a velocità bassa, quando cominciano a formarsi delle briciole aumento la velocità fino a quando la pasta frolla non sarà pronta. Con le mani formo un panetto, lo avvolgo in un foglio di stagnola e lo metto in frigo per almeno un paio d'ore.
Stendere la frolla abbastanza sottile, foderare degli stampini per tartelletta, rifilarli per bene dalla frolla in eccesso, bucherellarne in fondo e metterli in freezer per qualche minuto.
Sovrapporre a ciascuno stampino foderato uno stampino vuoto (così sarete sicuri che le tartellette verranno belle precise e non si gonfieranno), in mancanza utilizzare dei fagioli, dei ceci o dei pesini.
Infornare a 180° per 10 minuti circa, rimuovere lo stampino vuoto ed ultimate la cottura se necessario.
Sfornare, sformare e lasciare raffreddare

per la mousse cioccolato e caramello

90 gr zucchero
30 cl panna da montare
30 gr burro demi-sel
85 gr cioccolato fondente al 55 %

Montare la panna e metterla in frigo.
In una casseruola dal fondo spesso preparare il caramello a secco (mettere lo zucchero ben distribuito sul fondo della pentola, accendere il fuoco e, senza girare, aspettare che si formi un bel caramello ambrato), stoppare la cottura del caramello versando il burro ed un cucchiaio di panna, mescolare con un cucchiaio di legno.
Versare il cioccolato a pezzi e mescolare fino a che non si scioglie.
Lasciar raffreddare a 45° e mescolare delicatamente il composto alla restante panna.
Mettere in frigo per qualche ora.
Con l'aiuto di una sac a poche riempire le tartellette con la mousse

il buco nero dei contorni (english version included)

giovedì 21 aprile 2011

Pubblicato da Lydia 36 commenti

I contorni per me sono una specie di buco nero.
Quando devo prepararne uno vengo automaticamente ed immediatamente aspirata dal vortice del nulla.
Immetto tutti i dati nella mia labile memoria, attendo con pazienza e poi NIET, NULLA, ZERO, la pagina richesta non è stata trovata.
Quando poi riesco addiritttura a mettermi in modalità pensante, ad impegnarmi, a spremere le meningi, il massimo che riesco a partorire sono delle originalissimi patate al forno o con un ulteriore sforzo disumano nientepopodimenochè una ratatouille di verdure.
Tutto ciò per chiedervi venia nel caso in cui trovaste questo modo di cucinare i carciofi estremamente banale e scontato.
A me sono piaciuti talmente tanto che sono diventati il mio contorno d'ordinanza primaverile.
I malcapitati che dovessero trovarsi a cena da me in questo periodo sono avvisati, non potranno sfuggire all'inesorabile carciofo al gratin (che poi è lo stesso modo in cui prepariamo i peperoni a Napoli).

Approfittto di questi carciofi per augurare a tutti voi una felice Pasqua.



CARCIOFI AL GRATIN

per 4 persone
10 carciofi circa
olio
1 spicchio d'aglio
prezzemolo
1 manciata di capperi sotto sale
una decina di olive di Gaeta (se non le avete delle olive nere)
2 alici sott'olio
pan grattato

Pulite per bene i carciofi e tagliateli a fettine.
In un tegame con 1 filo d'olio ed 1 spicchio d'aglio (che poi eliminerete) fate stufare i carciofi (aggiungete del liquido e lasciateli appassire).
Prendete una teglia che vada in forno, oleatela e mettete un primo strato di carciofi conditeli con metà dei capperi dissalati, metà delle olive snocciolate e spezzettate, un po' di prezzemolo e 1 alice sott'olio fatta a pezzetti.
Mettete un ulteriore strato di carciofi i restanti capperi, olive, l'alice e un po' di prezzemolo e terminate con i carciofi.
Completate con una bella spolverata di pangrattato ed infornate fino a quando non si formi una bella crosticina.
Se avete un tegame basso e largo potete anche evitare di fare gli strati, mescolate carciofi, alici, capperi e olive, fate una bella spolverata di pangrattato e infornate


ENGLISH VERSION


Side dishes have always been a kind of black hole or a nightmare to me.
When it comes to dishing up one , I am immediately drawn in a whirl of nothing.
I put in all my data in my frail memory, and patiently wait and then NIET,NOTHING;ZERO ‘ the requested page was not found’.
When I succeed in putting on a thinking mood and concentrate, I squeeze my brains the best I can create could be either baked potatoes or vegetables ratatouille.
The whole foreground is just to apologise in case you found this recipe much too plain.
I liked them so much that they became my ‘duty’ Spring time side dish.
Should some unfortunates be my guests, they could never avoid my artichoke gratin pie (which is exactly the same way we prepare peppers in Naples).


GRATIN ARTICHOKE PIE

4 SERVINGS

10 artichokes
Oil
1 clove of garlic
Parsley
Handful of salted capers
About 10 Gaeta Olives (unless you have the black ones)
2 anchovies in oil
Grated bread

Clean the artichokes and slice them.
Pour a little oil in a saucepan and a clove of garlic (you will put aside after).
Let the artichokes stew (you could add some water and let them soften).
In a greased baking tray, lay the artichokes along with half of the capers (soaked in water and well rinsed), a little parsley and the anchovy broken into pieces.
Add another lay of artichokes and dress again.
Finish up this dish with a generous sprinkle of grated bread and bake untill golden crispy.

L'elogio della follia e dell'imperfezione 2

lunedì 18 aprile 2011

Pubblicato da robertopotito 43 commenti


Nato il 15 gennaio 1965, segno zodiacale: capricorno e forse proprio l'influenza di questo astro mi rende così "capa tosta e capa frisca" come mi appella ogni tanto mia madre e qualche amica partenopea.
Dunque, il cruccio della mia vita da panificatore amatoriale e pastrocchione consiste nella realizzazione casalinga delle rosette o michette.
Anche in questo caso, ho eseguito misere sperimentazioni con esiti deludenti, ma il pensiero della rosetta mi assillava oltre modo...che fare?
Avevo provato con discreti risultati a preparare le rosette rigorosamente con farina forte il cui W (indice di forza) doveva obbligatoriamente superare i 400.
Innanzitutto è di difficilissima reperibilità a meno che non ci si procuri clandestinamente un pacco da 25 kg (ho fatto anche questo) per poi preparare pani tipo "pongo" con i quali palleggiare allegramente per tutta casa...
Allora, ho escogitato una miscela composta di farina forte (tipo Manitoba Loconte o quella a marca Carrefour, pere intenderci e per non farvi impazzire con le schede tecniche inesistenti): l'importante è che abbia almeno circa 12 grammi di proteine per 100 grammi di farina (e ciò potete facilmente verificarlo consultando l'etichetta della confezione), e semola rimacinata di grano duro.

Risultati: decisamente migliori delle solite rosette, in quanto rimangono più croccanti e durano almeno un paio di giorni con tutta la loro fragranza pressocché inalterata!!!

Ovviamente, si può sempre migliorare...




ROSETTE/MICHETTE CON SEMOLA DI GRANO DURO RIMACINATA


Ingredienti

400 g di semola rimacinata di grano duro
600 g di farina 0 forte (W 300 più o meno)
500 g di lievito naturale
620 gr di acqua a temperatura ambiente
25 gr di malto possibilmente di orzo e possibilmente in polvere

oppure:

una biga composta da:

100 g di semola rimacinata di grano duro
300 g di farina forte
230 g di acqua a temperatura ambiente
5 g di lievito di birra molto fresco

Preparate la biga mescolando gli ingredienti e facendo attenzione a non impastare molto a lungo.
Porre in una ciotola leggermente unta di olio e coperta da pellicola trasparente.
Fare riposare per una intera nottata.

ESECUZIONE

L'IMPASTO

Miscelare le due farine, aggiungere il lievito naturale ben maturo oppure la biga ben fermentata assieme al malto.
Incorporare lentamente l'acqua che si renderà necessaria per ottenere un impasto morbido, ma non appiccicoso.Verso il temine dell'impastamento aggiungere il sale.

L'INCORDATURA

Ora inizia la vera, stupenda e gratificante fase dell'incordamento che é assolutamente necessario per conseguire un prodotto leggero,dalla soave consistenza quasi come se fosse un'ala di colibrì.
Se disponete di un'impastatrice tipo Plurimix Bosch, Bakermix oppure Kenwood Major Titanium, azionate la velocità 1 ed impastate per 8 minuti. Arrestate la macchina e fate riposare circa 3 minuti.Riavviate e fate impastare per altri 8 minuti, arrestate e fate riposare per 6 minuti circa.
Riavviate per altri 5 minuti e fate riposare per circa 10 minuti.
Trascorso l'ultimo periodo di riposo, estraete l'impasto, ungetelo con poco olio extravergine di oliva e fate riposare fino al raddoppio del volume.
Durante le suddette fasi di lavorazione, osservate con molta attenzione le varie modificazioni morfologiche che assumerà l'impasto ed evitate che l'impasto diventi eccessivamente lucido e che prenda un colore nocciola chiaro. Se ciò dovesse accadere, il vostro impasto avrà raggiunto il punto di rottura (ossia il glutine avrà ceduto la sua estensibilità) e dovrete buttare via tutto.
Tuttavia sono sicuro che questo non accadrà!!!

LA LIEVITAZIONE E LA FORMATURA

A lievitazione ultimata, dividete l'impasto in tre parti e stendete ciascuna porzione in una sfoglia dello spessore masssimo di circa 1 cm. Con questa dose, dovreste ottenere circa una decina di rosette a seconda della dimensione dello stampo.
Fate lievitare nuovamente fino al raddoppio e "stampate" con l'apposito attrezzoben infarinato esercitando una forte pressione. Infornate immediatamente in forno preriscaldato alla temperatura di circa 220°.

LA COTTURA

Nel corso della cottura vedrete compiersi l'autentico miracolo, le vostre rosette si gonfieranno dopo circa 10 minuti che sono nel forno.
Mi raccomando: non aprite mai e poi mai la porta del forno se non dopo circa 35 minuti.
Estrarre dal forno e fare raffreddare prima di consumare.




noi, figli della fettina (english version included)

giovedì 14 aprile 2011

Pubblicato da Lydia 43 commenti



Sono figlia di quegli anni in cui protagoniste assolute delle cene di noi bambini erano le temutissime fettine.
Quelle fettine di carne che da crude misuravamo almeno 20 centimetri di diametro e che come per magia una volta cotte, per carità in almeno 1 etto di burro per renderle più appetibili, ne misuravano a stento 10 di cm e galleggiavano in un laghetto di liquido non meglio identificato.
Si, perchè a Napoli ne abbiamo tante di cose buone, ma tra queste decisamente non può annoverarsi la carne.
Posso affermare, senza tema di essere smentita, che le migliori suole di scarpe le ho mangiate proprio a Napoli e posso vantarmi di aver versato svariati litri di lacrime al cospetto di quei pezzettini galleggianti e coriacei.
La carne come alimento gustoso, e non solo come medicina da dover buttar giù a forza a meno che non fosse polpettata o stracotta, l'ho conosciuta solo negli anni in cui ho vissuto a Firenze.
Oramai sono cresciuta, vivo a Milano e la carne buona la mangio anche cruda per sentirne il sapore.
Questa non è una ricetta, dovete avere una buona carne, io ho usato carne di fassone piemontese, e accostarci qualche fragolina di bosco (stavolta mi mancavano ed ho usato fragole normali), qualche fogliolina di basilico ed una goccia (ma che sia un goccia) di aceto balsamico tradizionale di Modena.
Ricetta vagamente ispirata ad una tartare di tonno preparata da Nicola Cavallaro per la cena Koppert Cress (se avessi avuto il basil cress ci avrei messo quello)

BATTUTA DI FASSONE CON FRAGOLE, BASILICO E BALSAMICO

per 2 persone

150 g di polpa di manzo (possibilmente fassone)
2 fragole di media grandezza
qualche foglia di basilico
olio extra vergine d'oliva delicato (io ne ho usato uno umbro)
fleur se sel
acqua minerale gasata
aceto balsamico tradizionale di Modena

Tagliare, battendo con la lama del coltello la carne, facendo attenzione a non triturarla.
Se non siete abili o non avete il coltello adatto fatelo fare dal vostro macellaio di fiducia.
Far ossigenare con qualche goccia di acqua minerale gasata la carne, aggiungere qualche pezzetto di fragola.
Con l'aiuto di un coppapasta sistemare la carne nel piatto, aggiungere un filo d'olio, qualche grano di fleur de sel e delle foglioline di basilico.
Completare il piatto con qualche goccia di aceto e servire immediatamente





ENGLISH VERSION

When I was a child, the absolute character for children’s dinner was the minute steak during those years.
Those cutlets –when raw- had a 20 cm diameter and once cooked only had a 10 cm diameter,
These slices of meat were usually cooked in at least 100 gr butter in order to make them tasty and ‘appealing’ to kids.
We enjoy good food in Naples, but meat cannot rank among the best one.
I can assert and no fear to be contradicted, that I ate the best ‘soles’ right in Naples and I can even boast liters and liters of tears I poured in front of those leathery floating bites.
I came across with meat not only as a sort of remedy I had to swallow when I lived in Florence; otherwise I could eat it either disguised as meatballs or overcooked
By now, I have grown up and live in Milan and I enjpoy good meat even raw to better assess its taste.
This is not a recipe all you need is good quality meat. I used the fassona type, some strawberries, basil and balsamic winegar.
We will be enjoying a remarkable, trendy dish!!

POUNDED FASSONE BEEF CUTLET WITH STRAWBERRIES ,BASIL AND BALSAMIC WINEGAR.


SERVINGS 2

150 gr beef lean meat (possibly fassone kind)
2 strawberries
Some basil leaves
Delicate extra virgin olive oil
Fleur de sel (kind of delicate coarse salt)
Mineral water with gas
Traditional Modena’s balsamic winegar


Cut, by beating with a knife’s blade ,the lean meat. Take care not to mince it.
If you are not so skilled at such a task, have your butcher cut it for you.
Let the meat oxygenate with some drops of mineral water and add strawberries.
Arrange the meat in the dish with a pastry cutter, add a little oil, some grain of fleur de sel and some basil leaves.
Finish up the dish with some drops of balsamic winegar and serve immediately

profiler all'azione (english version included)

lunedì 11 aprile 2011

Pubblicato da Lydia 48 commenti


L'unità di analisi comportamentale dell'F.B.I. è atterrata con il suo jet direttamente a Milano da Quantico, Virginia, USA, l'S.I. (essei sta per soggetto ignoto, che poi in questo caso tanto ignoto non è) ha colpito ancora.
Poco più di 1 mese è trascorso dall'ultimo polpettamento.
Gli psicologi criminali si sono prontamente messi all'opera per cercare di tracciare il profilo dell'ormai inarrestabile polpettatrice di Napoli: femmina, di razza suddica, con un'età compresa tra i 30 e i 40 anni, indossa vistose collane ed usa smalto un po' pacchiano, ha un sistema nervoso chiaramente compromesso.
Chiunque fosse a conoscenza di particolari per permettere l'identificazione dell'S.I. è pregato di contattare questo blog.

E con questo giuro che la smetto di seguire serie tivvù americane, nuociono al mio già labile sistema nervoso.


POLPETTE CARCIOFI E RICOTTA
per 2 porzioni piccole

2 carciofi
100 g di ricotta
2 cucchiai di pangrattato
1 cucchiaio di parmigiano grattugiato
1 tuorlo d'uovo
olio e.v.o

Pulire i carciofi, affettarli e stufarli in un tegame con un filo d'olio, un goccio d'acqua ed un po' di sale.
Tritarli, farli raffreddare ed impastarli con la ricotta, il tuorlo, il pangrattato ed il parmigiano.
Formare delle polpette delle dimensioni che preferite, ed infornatele.
Si vede che la polpettatrice è a dieta, se preferite friggetele

ENGLISH VERSION

Profiler on the action

The F.B.I. behavioural analysis department landed with its jet straight in Milan from Quantico Virginia, U.S.A. Its name is Unsub (unknown subject) stroke one more time.
A bit more than a month has gone by since the latest meat balls making.
Our crime psychologists have promptly undertaken in order to trace a profile of the relentless meatball maker from Naples. She wears a showy nail varnish and tawdry necklaces, her age ranks between 30 and 40 and her nervous being , by now, impaired.
Whoever knows particular details to enable the U.S. identification is kindly requested to contact this blog.
Moreover, I swear I will stop watching American serials, they seriously harm my frail nervous system.


ARTICHOKES AND RICOTTA CHEESE MEATBALLS

Two small servings

2 ARTICHOKES
100 g RICOTTA CHEESE
2 SPOONS GRATED BREAD
1 SPOON GRATED PARMESAN
1 EGG YOLK
EXTRAVIRGIN OLIVE OIL

Clean the artichokes, slice then and stew in a pan with a little oil, some water and a pinch of salt.
Mince them, let them cool and knead them with ricotta cheese, the yolk , the grated bread and parmesan.
Make out some meatballs and bake.
Your meatball maker is on a diet: if you want you can fry them!

il baccalà viaggiatore (english version included)

giovedì 7 aprile 2011

Pubblicato da Lydia 25 commenti

C'era una volta un povero merluzzetto, nato e cresciuto al freddo e al gelo dei Mari del Nord, un bel giorno (o brutto, dipende dai punti di vista) questo povero merluzzetto viene pescato, viene ripulito ben bene, salato e poi essiccato e viene spedito a Napoli attraversando mezza Europa per più di 2000 km.
Il povero merluzzetto, oramai divenuto baccalà, è finalmente felice, pensa di potersene stare un po' tranquillo in panciolle a godersi il sole e il caldo e a strafogarsi di pizza e sfogliatelle.
Invece il povero merluzzetto, oramai baccalà felice, si imbatte in una pazza scriteriata con una collana vistosa e uno smalto alle unghie un po' pacchiano che decide di rimetterlo in viaggio e di riportarlo al Nord, un po' più al Nord.
Dopo l'ennesimo lungo viaggio, dopo aver attraversato mare e monti, dall'ombra del Vesuvio il baccalà viaggiatore arriva alla fine sotto la Madunina, e qui arriva anche la sua fine.
Qui la pazza scriteriata con la collana vistosa e lo smalto pacchiano gli rende giustizia, prima con uno sformatino ai carciofi, e poi con una fantastica zuppa di fagioli e baccalà, che forse in foto non rende, ma che è davvero molto molto buona



ZUPPA DI FAGIOLI E BACCALA'

per 2 persone
100 g di baccalà tenuto in ammollo per 2 giorni cambiando l'acqua spesso
200 g di fagioli borlotti secchi
2 carote
1 gambo di sedano
1/2 cipolla
olio extra vergine d'oliva
brodo vegetale

In una pentola con un filo di olio extra vergine d'oliva fate rosolare per qualche minuto la cipolla, le carote ed il sedano tutti a pezzetti piccoli, aggiungete i fagioli, tenuti a bagno per tutta la notte, del brodo vegetale e portate a metà cottura.
Potete usare anche la pentola a pressione, 5 minuti dal fischio.
Aggiungete il baccalà privato delle spine e della pelle e fatto a pezzi.
Terminare la cottura e aggiustare di sale.
Servire con crostini ed un filo d'olio a crudo

ENGLISH VERSION

The nomad cod

Once upon a time, a poor, tiny cod, born and grown up in cold places in the Northern Sea. One day, the poor thing was caught and cleaned, salted and dried to be shipped to Naples crossing half of Europe over 2000 km.
The poor tiny cod, which has now become dried salt codfish is finally happy and thinks of lying in the sun polling about and enjoying the warmth stuffing itself of pizza and sfogliatelle.
On the other hand, our codfish bumps into a kind of daredevil woman wearing tawdry necklaces and with a showy nail varnish. Such a madcap woman decides to put it back on track somewhat northwards again.
Ahead of the long journey, after having travelled by the sea and mountains, in the shadow of the Vesuvio volcan, the travelling codfish gets to the Madonnina and close, very closet o its end.
There, the madcap does justice to it …first with an artichoke pie and then with a wonderful beans and codfish soup which is really very, very good and tasty.


BEANS AND CODFISH SOUP

Two servings
100 gr codfish soaked for two days (often changing the water)
200 gr dried beans
2 carrots
1 celery stalk
½ onion
Extra virgin olive oil
Vegetable stock

Pour a little extra virgin olive oil in a pan and let the onion brown along with the carrots and the celery all diced.
Add the overnight- soaked beans, some vegetable stock and bring to half cooking. You can even use a pressure cooker (5 minutes since the whistle).
Add the boned , chopped codfish .
Finish to cook and salt.
Serve with toasted bread croutons and a little extra virgin olive oil.

post autopubblicato

lunedì 4 aprile 2011

Pubblicato da Lydia 24 commenti

Quando questo post si sarà autopubblicato, lunedì mattina, io sarò diretta al Gambero Rosso a Roma per un corso con Gennaro Esposito.
Potevo mai lasciarvi a bocca asciutta mentre io sono a divertirmi?
Non sia mai detto che non pensi agli amici, pare che l'altruismo sia una delle mie, poche, doti.
Vi lascio con il fondant al cioccolato che prepara Lisa da una ricetta di Trish Deseine, che ultimamente è diventato la mia ancora di salvezza.
Si, perchè oramai è tradizione che ovunque io sia invitata a cena debba portare il dolce, e non sempre ho il tempo per inventarmi fuochi d'artificio.
Coppato e reso monoporzione fa la sua porca figura.
Buon inizio settimana a tutti.

FONDANT AL CIOCCOLATO, CANNELLA, ARANCIA E FLEUR DE SEL

200 g di cioccolato fondente al 70%
200 g di burro
250 g di uova
180 g di zucchero
20 g di farina
1 cucchiaino da caffè di fleur de sel
1/2 cucchiaino di cannella in polvere (dipende molto da quanto vi piaccia la cannella e da quanto intensa è quella a vostra disposizione)
buccia 1 arancia grattugiata

In una bastardella, a bagnomaria, fondere il cioccolato con il burro.
Appena pronto (non aspettare che si raffreddi) unire lo zucchero.
Con l’aiuto di una frusta aggiungere le uova, una alla volta. Unire il sale, la farina setacciata, la cannella e l'arancia. Cuocere a 175° per circa 18-20 minuti.
E' migliore dopo un giorno di riposo in luogo fresco (non in frigo).
Accompagnare a piacere con panna montata, con gelato o con una crema inglese
.

Queste dosi sono per una teglia da 24 cm di diametro, oppure se volete copparlo, come ho fatto io, usate una teglia da 26 cm di diametro