attrazione fatale

venerdì 31 luglio 2009

Pubblicato da Lydia 18 commenti

Non c’è bisogno che qualcuno me lo dica, so che accendere il forno con 40 gradi all’ombra è da ricovero coatto in manicomio.
Ma cosa ci potevo fare io se avevo un po’ di roba da smaltire e mi era venuta voglia di plumcake? Nulla di trascendentale e sofisticato: un semplice e morbido plumcake.
E poi è così, non posso farci nulla, devo farmene una ragione: il forno esercita su di me un’attrazione fatale.

Liberamente tratto da "quiches, cakes & compagnie" di Ilona Chovancova della Marabout



CAKE AL DOPPIO MIRTILLO E PISTACCHI

3 uova
125 gr zucchero
150 gr farina
50 gr farina integrale
2 cucchiaini di lievito in polvere
1 yogurt
80 gr di burro fuso
100 gr mirtilli freschi

50 gr di mirtilli secchi
50 gr pistacchi tritati grossolanamente

Montare i tuorli con lo zucchero, aggiungere delicatamente con una spatola la farina con il lievito, poi lo yogurt, il burro ed infine i mirtilli, e i pistacchi tritati.
Infornare a 180 gradi per 45 minuti circa

gli amici si vedono nel momento del bisogno

mercoledì 29 luglio 2009

Pubblicato da Lydia 18 commenti

Ci sono delle giornate in cui accade di tutto, telefonate che si susseguono senza tregua, lavatrici che decidono di perdere acqua, grattugie americane che fanno tanto bene il proprio lavoro da asportarti parte di un pollice.
Quando siete sull’orlo di una crisi di nervi e vi squilla il cellulare e dall’altra parte una voce vi dice “passo dalle tue parti, mi fermo a pranzo”, vi assicuro che la crisi di nervi l’orlo lo supera, eccome, soprattutto se in confronto al vostro frigo il deserto dei tartari non è poi così deserto.
Ovviamente in una situazione del genere non riuscite neanche a pensare a cosa poter preparare velocemente, ed io quando non ho idee tiro fuori il mio quaderno.
Sarò pure una foodblogger, ma io le ricette che faccio spesso, quelle che mi piacciono davvero, le scrivo su un quaderno, mi piace pensare che un giorno passerà nelle mani delle mie nipoti così come io ho quelli delle mie nonne.
Proprio sfogliando le pagine del mio quaderno mi è venuta in soccorso Giovanna , con una ricetta segnata anni fa e che mi piace molto.
Giovanna me l’aveva venduta come pesto di pistacchi, in realtà un pesto vero e proprio non è ed io, modificandola lievemente, l’ho ribattezzata crema di pistacchi e ci ho condito dei tagliolini


TAGLIOLINI ALLA CREMA DI PISTACCHI
Per 4 persone
4 fette di pancarrè bagnato nel latte senza crosta
40 gr di burro
2 cipolline fresche
100 gr di pistacchi tritati
2 cucchiai di parmigiano

Affettare le cipolline molto sottili e farle appassire nel burro, amalgamare la mollica bagnata nel latte. Aggiungere il pistacchio tritato finissimo e il parmigiano.
Regolare di sale e di latte fino ad ottenere una consistenza cremosa, condire la pasta

Sandra non ne potrà più

lunedì 27 luglio 2009

Pubblicato da Lydia 18 commenti

Ci sono delle cose che in casa non devono mancare mai, chessò: il latte, le uova, il burro, la farina, il sale, l’olio, la pasta.
Nel mio elenco a tutto questo aggiungete la farina di ceci.
Se la farina di ceci la mescolate con un po’ di acqua e un po’ d’olio otterrete una delle cose più buone, rapide e semplici che ci siano. Chiamatela cecina, chiamatela farinata, chiamatela come più vi piace, ma sempre buona resta.
Vi prego solo di essere magnanimi se riscontrate delle inesattezze su tale preparazione, ricordate che non sono né ligure né toscana e che a Napoli una roba del genere non esiste.

Questa è un’altra ricetta che va ad aggiungersi alle innumerevoli già presentate per il contest di Sandra in collaborazione con palatifini.
Mi auguro solo che non si configuri il reato di stalking, e che Sandra accetti pazientemente ancora quest’altra preparazione, giuro è l’ultima.


SANDWICHES DI CECINA AL PESTO

Per la cecina
100 gr di farina di ceci
3 cucchiai di olio
300 gr di acqua

Mescolate la farina e l’acqua evitando che si formino grumi, aggiungete sale ed olio e versare in una teglia da 26 cm di diam ben oleata, fare riposare un’oretta ed infornare a 200 gradi per una decina di minuti, nel caso in cui si presentasse ancora umida accendete per qualche minuto il grill.
Lasciare raffreddare e sformate.

Con un coppapasta tagliate dei cerchi di cecina ed accoppiateli tra loro farcendoli con un po’ di pesto alla genovese

Semplice, veloce ed ottimo aperitivo






gratificazioni peccaminose

venerdì 24 luglio 2009

Pubblicato da Lydia 26 commenti

ovvero, prove tecniche di gelato parte seconda

A quante di voi è mai capitato di avere una giornata NO, quelle in cui va tutto storto, quelle in cui vorreste chiudere il mondo fuori dalla porta, affondare sul divano davanti ad un film lacrimevole e cercare gratificazione e soddisfacimento nel cibo, per l’esattezza in un gelato, cremoso, peccaminoso e avvolgente?
Chissà perché poi il mio alleato nei momenti NO è quasi sempre un gelato.
Questo mi è capitato qualche giorno fa, il gelato peccaminoso me l’ero fatto la mattina con un pasta pralinata preparatami dalle manine amorevoli dell’amica socia Giovanna, e la ricetta è un’elaborazione di una ricetta di Santin presa chissà dove.






GELATO AL PRALINATO
2 tuorli
30 gr zucchero
20 gr zucchero invertito
1,5 gr neutro
200 gr latte
200 gr panna
50 gr latte scremato in polvere
90 gr pralinato alle mandorle

Montare i tuorli con gli zuccheri ed il neutro.
Nel frattempo portare ad ebollizione tutti gli altri ingredienti prestando attenzione a che il pralinato si sciolga bene.
Versare questo composto sulle uova montate mescolando con cura, mettere sul fuoco e portare a 85°.
Mettere il tutto in una bacinella con acqua e ghiaccio per abbassare velocemente la temperatura.
Lasciare riposare in frigo qualche ora.
Mettere nella gelatiera e azionarla


Note di assaggio
Rispetto al gelato di Principe, testato qualche settimana fa, questo è più cremoso e pastoso.
La prova neutro/zucchero invertito mi ha soddisfatta, il gelato non si scioglie in un nanosecondo ed anche dopo una nottata in freezer non era un mattone, fate però molta attenzione perchè se si superano le dosi di neutro consigliate potrete ottenere un gelato dall'effetto terribilmente elastico

Vi riporto quanto detto da Eugenia a proposito del neutro: "E' una polverina che contiene, oltre alla farina di semi di carrube, farina di semi di guar, destrosio, lattosio, gomma xantano e agar-agar. Detto così può sembrare una schifezza, ma usata con attenzione (devi stare molto attenta e pesare al grammo)ho notato che conferisce una consistenza tutta diversa al gelato. Ocio che se esageri nella dose, anche di poco, ti viene un gelato talmente viscoso da farti pentire di averla messa. Il prodotto si chiama Neutrogel 30, della Lazzaris, ed è in un vasetto da 180 g.Ne bastano 6-7 grammi per litro di latte. L'ho trovato a Milano presso la drogheria Soana, in corso Magenta,1."

E vi rimando al blog di Dario Bressanini per le notizie sullo zucchero invertito

P.S.
Per la prima volta carico una foto da flickr, incredibile, ma ci sono riuscita a quanto pare

con il pesto della pestata

mercoledì 22 luglio 2009

Pubblicato da Lydia 15 commenti

Vi ho già parlato della tradizionale pestata.
Della serata di follia collettiva in cui 5 o 6 persone, non del tutto normali di mente, si riuniscono al caldo di un cucinino e pestano, frullano, lavano, grattugiano e grigliano.
E litigano, litigano sui quantitativi di aglio, sul pecorino, litigano perché il basilico dell’anno scorso era più bello, litigano sulle dimensioni dei barattoli da utilizzare.
Ogni volta mi chiedo perché sottoporsi a questo supplizio.
Forse perché alla fine, nonostante tutto, ci divertiamo.
Con un po’ del pesto genovese prodotto quest’anno ho realizzato: 1) carpaccio al pesto; 2)insalata di fagioli cannellini e seppie; 3) caponata di pomodori e pesto.
Ricette veloci, semplici ed estive.
Il tutto per il contest di Sandra un tocco di zenzero in collaborazione con palatifini




CARPACCIO AL PESTO

Per 2 persone
200 gr di fettine di manzo tagliate sottilissime
20 gr di scaglie di grana
Un paio di pomodorini pachino
Qualche pinolo tostato
2 cucchiai di pesto genovese

Adagiare su un piatto le fettine di carpaccio, cospargere di pesto, di grana, di pomodorini a pezzetti piccoli e di pinoli.
Lasciar riposare un’ora e servire





INSALATA DI FAGIOLI CANNELLINI E SEPPIE AL PESTO GENOVESE

150 gr fagioli cannellini secchi
300 gr seppioline già pulite
1 piccola costola di sedano
4 o 5 pomodorini pachino
2 cucchiai di pesto genovese
Sedano e pomodori per lessare i fagioli

La sera prima mettere a bagno i fagioli.
La mattina lessarli in acqua con un po’ di sedano e qualche pomodorino.
Tenerli un po’ al dente e salarli.
Tagliare le seppioline a striscioline e lessarle velocemente.
Lasciare raffreddare fagioli e seppie.
Nel frattempo pulire e privare il sedano dei filamenti, e tagliarlo a pezzettini piccoli.
Lavare i pomodori e tagliarli a pezzetti.
Unire il tutto e condire con il pesto








CAPONATA DI POMODORI CON PESTO (a Napoli la caponata è una sorta di insalata di pomodori e quel che c'è con le freselle)

Per 2 persone
2 freselle, (se avete voglia e tempo qui c'è la mia ricetta e qui c’è la ricetta di Roberto)
100 gr pomodorini
1 manciata di capperi dissalati
1 manciata di olive di Gaeta
1 scatoletta da 150 gr di tonno
2 cucchiai di pesto genovese

Inumidire le freselle sotto l’acqua corrente e adagiarle sul piatto.
Nel frattempo tagliare i pomodori, aggiungere le olive, i capperi, il tonno sgocciolato e condire con il pesto.
Mettere l’insalata sulle freselle e servire.

P.S. Non avendo spezzettato la fresella, per motivi estetici, l'ho inumidita sotto l'acqua, quando mi capita di spezzettarla, la passo solo per un attimo sotto l'acqua, se poi ho necessità di preparare la caponata qualche ora prima, la spezzetto direttamente a secco.


Questione di feeling...(spengo il forno, ma non del tutto)

lunedì 20 luglio 2009

Pubblicato da robertopotito 24 commenti


Con il caldo che prende ogni giorno di più il sopravvento e la caratteristica svogliatezza tipica della canicola estiva, soprattutto dopo aver trascorso quasi un mese di meraviglioso riposo e sereno "spignattamento", ho deciso, cause di forza maggiore (lavoro frenetico e pigrizia) di spegnere il forno, anche se non del tutto...

Intanto, se avete voglia, potete leggere questo breve resoconto di come ho trascorso le mie vacanze alle Baleari...



Eh sì, deve essere proprio una questione di feeling che mi porta a trascorrere le mie vacanze estive da oltre dieci anni sempre nello stesso ed identico posto: Ibiza. Mi sono anche chiesto come mai Ibiza esercita su di me un fascino assoluto ed irresistibile. Sarà per le spiaggie bellissime e tutte libere, sarà per il mare stupendo, sarà per l'atmosfera di rilassatezza che ci si respira; non solo.


Dovete sapere che Ibiza è un autentico paradiso per le persone "malate" come me, per le persone che amano tutti gli strumenti più disparati per la cucina: dalle spezie agli ingredienti difficilmente reperibili da noi, all'infinità di stampini e stamponi che si possono tranquillamente acquistare a prezzi decisamente inferiori che in Italia, facilmente rintracciabili addirittura nei comuni supermercati.
Siccome quest'anno ero stato incaricato dalla mia adorata Lydia di fotografare tutto ciò che mi capitava a tiro di macchinetta, ho pensato bene di utilizzare fino al quasi totale sfinimento il forno sgangherato che avevo a disposizione nell'appartamentino che affittiamo ogni anno.


La mia giornata tipo si svolgeva nel seguente modo:
sveglia attorno alle ore 8 e "calata" in spiaggia attorno alle ore 9.00 assieme alla mia amica del cuore ibicenca Juanita e Manolo, chef di un importante albergo del posto.
Mentre fingevamo di prendere il sole e di godere tutti i salutari benefici della spiaggia, in realtà pensavamo a cosa preparare nel corso del pomeriggio a casa mia dopo una breve, ma indispensabile, siesta.Devo dire che abbiamo sperimentato un bel po' di ricette caratteristiche delle isole baleari e no: ovviamente tutte rigorosamente con utilizzo di lievito di birra oppure di vari tipi di lievito madre.



Nelle baleari è facilissimo accedere con pochissima spesa a delle farine di forza di notevole qualità a costi veramente irrisori ( in media 80 cent al kilo) senza dover raccomandare la propria anima al denomio o a conoscenze varie e raccomandazioni disparate!!!




un post nato al telefono

venerdì 17 luglio 2009

Pubblicato da Lydia 26 commenti

Questo post nasce grazie ad una telefonata con Virginia.
Neanche ci pensavo io a pubblicare la ricetta delle freselle, che mi capita di preparare quando il lievito madre straborda nel mio frigo, il che accade abbastanza spesso.
Vabbè, in questi giorni, ad esser sincera, è moribondo, ma fa nulla, con un paio di rinfreschi tornerà ad essere quello di prima, spero.
Pensavo fosse un banale metodo di smaltimento lievito madre e che non valesse tanto la pena di renderlo pubblico.
Poi ieri mi è capitato di regalare queste freselle a Virginia e lei mi ha spinto a parlarne, quindi per questo bel pippozzo ringraziate lei, e già che ci siete ringraziatela pure per la foto, perché a me non erano rimasti che rottami di fresella da immortalare.

Le freselle sono pane biscottato, io le preparo con uno pseudo impasto di pane cafone, ispirato a Daniela.
La mia ricetta è con farina 00 e lievito madre, qui trovate, invece, quella di Roberto che le prepara con farina integrale e con biga.
In periodo estivo costituiscono il mio pasto principale, una fresella leggermente inumidita, 2 pomodori, un po’ d’origano, un filo di olio buono e il pranzo è servito




FRESELLE

200 gr di lievito madre
600 gr farina 00
300 gr di acqua circa
1 cucchiaino di sale

La sera prima impastate 200 gr di lievito madre con 300 gr di farina e circa 150 gr di acqua, vaporizzate con acqua l’impasto e lasciate riposare tutta la notte.

La mattina dopo sgonfiate l’impasto, aggiungete 300 gr di farina, 150 gr circa di acqua ed 1 cucchiaino di sale ed impastare a lungo (ci pensa il Kenwood). Vaporizzate l’impasto.
Lasciate lievitare per circa 4 ore, il tempo di riposo naturalmente dipende dalla stagione, e con questo caldo diminuisce notevolmente.

A questo punto sgonfiate ancora una volta l’impasto e dividetelo in pezzi da 150 gr circa, formate dei salami, lasciateli riposare per 5 minuti e poi allungateli fino ad una lunghezza di 20-25 cm circa e formare delle ciambelline.
Vaporizzate e lasciate lievitare per circa 3 ore (anche qui naturalmente i tempi sono inversamente proporzionali alle temperature).

Infornare a 200 gradi per 10-12 minuti (fate attenzione che le freselle non si colorino troppo), fate raffreddare completamente, dividete le ciambelle in 2 e rimettetele in forno con il taglio rivolto verso l’alto a 160 gradi per una mezz’ora circa e abbassando a 140 ancora per una mezz’ora.
Le freselle devono essere perfettamente biscottate

Ringrazio ancora la spilucchina per la bellissima e preziosissima foto

le gemelle diverse parte seconda

mercoledì 15 luglio 2009

Pubblicato da Lydia 19 commenti

Oramai m’ha preso questa mania di trasformare in versione salata qualcosa che ho realizzato in versione dolce.
E’ diventata una specie di fissazione: mi diverte offrire come dolce qualcosa che in apparenza i miei commensali hanno già mangiato durante la cena.
Che vi devo dire, sarà l’età o il caldo che prende alla testa.
Ve le ricordate queste tartellette sbriciolate che avevo preparato per il concorso di Genny?
Le ho ripetute in versione salata.



TARTELLETTE SBRICIOLATE SALATE CON CREMA DI ROBIOLA

Per circa 20-22 tartellette
Per la pasta sbriciolata al parmigiano
90 gr di farina
1 tuorlo
50 gr di burro freddo
50 gr di parmigiano
50 gr di mandorle tritate grossolanamente

Mettere tutti gli ingredienti in una ciotola capiente e lavorare grossolanamente con i polpastrelli formando delle briciole.Far riposare in frigoCon un cucchiaino mettere un po’ di “briciole” sui fondi di stampini in metallo da minimuffins, infornare a 180 ° per 5-10 minuti.Sfornare e lasciare raffreddare


Per la crema di robiola
Stemperare 120 gr di robiola con un goccio di latte e con una sac a poche mettere un ciuffo di crema sulla tartelletta sbriciolata

Oggi sciopero

martedì 14 luglio 2009

Pubblicato da Giovanna 0 commenti

Per approfondire e aderire all'appello contro il DDL Alfano che imbavaglia internet, vai al sito Diritto alla rete

prove tecniche di gelato prima puntata

lunedì 13 luglio 2009

Pubblicato da Lydia 17 commenti

A Natale ho ricevuto uno dei regali più belli che potessi desiderare: probabilmente voi penserete ad un brillante, ad un gioiello, ad una borsa di gucci o a un paio di scarpe di prada.
Siete completamente fuori strada: ho avuto in dono una fantastica gelatiera.
Una gaggia per l’esattezza.
E’ da Natale che sperimento, studio, leggo, butto via, poi riprovo.
Mi serve il latte in polvere, e poi la farina di carrube, ma dove la trovo??!!!
Il glucosio, anzi no, lo zucchero invertito, bisogna bilanciare e poi mantecare.
Insomma, più che in una casa vivo in un laboratorio.
Qualche giorno fa gironzolavo sul blog di Eugenia, un’amica di cucinait della vecchia guardia, una di quelle persone le cui ricette sono certezze, e mi sono imbattuta nella ricetta del gelato al fiordilatte di Angelo Principe, con cui avevo avuto modo di fare un corso sui dessert al piatto, e da cui ero rimasta folgorata.
Eugenia ha partecipato ad un corso su gelati e semifreddi da Medagliani e ne ha riportato la ricetta.
L’ho fatto subito, al caffè e già che c’ero ho provato anche la salsa al cioccolato, davvero molto buona, da tenere in frigo e da utilizzare come accompagnamento a gelati, semifreddi, parfait e qualunque cosa vi venga in mente




GELATO ALLA VANIGLIA DI ANGELO PRINCIPE RIPORTATO DA EUGENIA

5 dl di latte intero fresco
125 g di zucchero
50 g di sciroppo di glucosio
150 g di panna fresca
40 g di latte in polvere
un pizzico di sale
1 baccello di vaniglia


Mettere tutti gli ingredienti in una pentola e portare a 85°, mescolando spesso per sciogliere bene gli zuccheri. La stecca di vaniglia NON deve essere aperta (deve rilasciare solo un lieve aroma). Travasare in un recipiente e raffreddare rapidamente, mettendo il contenitore in un bagnomaria di acqua e ghiaccio (i professionisti usano l'abbattitore).Trasferire in frigo, ben coperto, fino al momento di mantecare in gelatiera. Ho lasciato a "maturare" la miscela per una notte.

Note mie, l’ho fatto al caffè ed ho sostituito la vaniglia con 2 cucchiaini di pasta di caffè


SALSA AL CIOCCOLATO DI ANGELO PRINCIPE (si conserva in frigo per circa 15 giorni)

Ingredienti per 800 g di salsa:
250 ml di acqua
250 ml di latte fresco intero
300 g di zucchero semolato
70 g di cacao amaro in polvere
150 g di cioccolato fondente al 70%
10 g di maizena


Procedimento:1) Portate a bollore tutti gli ingredienti (meno il cioccolato e la maizena) in una pentola.2) Sciogliete quest'ultima in un cucchiaio d'acqua fredda e unitela al composto non appena questo avrà raggiunto l'ebollizione; cuocete per 1' mescolando.3) Unite il cioccolato e fatelo sciogliere. Allontanate la salsa dal fuoco e fatela raffreddare.

Note di assaggio, tenendo presente che questo gelato è senza uova, la conservazione in freezer per una notte non è andata male, dopo qualche minuto a temperatura ambiente sono riuscita a spatolarlo abbastanza facilmente, anche se la prossima volta voglio aumentare leggermente la percentuale di glucosio e mettere la farina di carrube, come consigliato dallo stesso Principe.

A breve la prova di assaggio del gelato di Santin

cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia

venerdì 10 luglio 2009

Pubblicato da Lydia 18 commenti

La cosa che mi piace di più mangiare al mare è il panino con la frittata.
Sarà che, avendo lavorato molto sui cantieri, spesso ripenso a quei panini preparati dalle amorevoli mogli degli operai: vi assicuro che li avrei azzannati e me li sarei sbranati in un nanosecondo, buttando all’aria il triste yogurt magro che accompagnava di solito i miei pranzi.
Pane e frittata è rassicurante, sa di buono, sa di casa ed emana un profumo che solo al pensiero mi viene lo svenimento.
Visto che mi hanno insegnato che cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia, ho fatto una frittata di pane.
La fa spesso la madre di una mia cara amica ed io ho cercato di scimmiottarla



FRITTATA DI PANE

200 gr di pane cafone raffermo
Latte per ammorbidire il pane q.b.
3 uova
2 cucchiai abbondanti di parmigiano grattugiato
Basilico
(se ne avete avanzi di formaggio o di salumi)

Mettere a spugnare il pane a pezzetti nel latte, aggiungere le uova sbattute con il parmigiano, il sale ed il basilico, unire al pane e mettere a cuocere in una padella antiaderente con un filo d’olio a fuoco basso.
Girare spesso la padella in modo da cuocere uniformemente la frittata.
Rivoltarla con l’aiuto di un piatto e finire la cottura dall’altro lato


Questa ricetta partecipa al contest di giallo zafferano sapori di sfida sotto l'ombrellone

pestata 2009, la vigilia

mercoledì 8 luglio 2009

Pubblicato da Lydia 30 commenti

Mi immagino vi starete chiedendo cosa accidenti sia la pestata.
Tranquilli, leggete pure a cuor leggero, nessuno spargimento di sangue.
E’ oramai tradizione nel mio gruppo di amici, a fine estate o prima di partire per le vacanze, riunirsi per mettere insieme tutti i “basilichi” amorevolmente curati sui balconi e nei giardini e fare i pesti da conservare per l’inverno.
Pesti di ogni tipo e per tutti i gusti.
Chi, come me, ha il pollice nero e riesce a far suicidare anche le piante grasse, contribuisce in altro modo: portando le ricette, le tecnologie culinarie e quest’anno anche i pinoli comprati nientepopodimenochè a Parigi.
La pestata pre estiva avverrà in settimana, ma io avevo bisogno di far spazio nel congelatore e liberarlo dal pesto 2008.
Quindi ho preparato un cake salato al pesto da mangiare come stuzzichino nel corso della serata pestata 2009.
Mi perdonino i liguri in ascolto se congelo il pesto e se in quest'occasione ho anche avuto l'ardire di cuocerlo.



PLUMCAKE PESTO POMODORINI E PINOLI

180 gr farina
½ bustina di lievito per torte salate
3 uova
3 cucchiai di olio extra vergine d'oliva
80 gr di latte
80 gr parmigiano grattugiato
150 gr di pesto
Qualche pomodorino
1 manciata di pinoli tostati

In un recipiente mescolare le polveri: farina e lievito, in un altro uova, olio e latte.
Versare i liquidi sulle polveri, mescolare accuratamente, aggiungere pesto, pinoli e pomodorini.
Infornare a 180 gradi per circa 40 minuti

Aggiornamento, Sandra mi ha scritto che la ricetta può partecipare al concorso più pesto per tutti in collaborazione con palatifini.


una serata rilassante di inizio luglio

lunedì 6 luglio 2009

Pubblicato da Lydia 18 commenti

Cosa fareste voi se, appena rientrati da 2 intense settimane fuori casa, scopriste di avere un intero albero di prugnette grandi come una ciliegia da raccogliere e da smaltire molto velocemente?
Il tutto alle 8 di sera.



Vi dico quello che ho fatto io:
1) ho pianto;
2) ho pregato che si materializzasse una bacchetta magica che mi levasse dall’impiccio;
3) non essendosi verificato il punto 2, mi sono rimboccata le maniche e, aiutata da un baldo giovane e scortata da un nugolo di zanzare affamate, eroicamente ho raccolto;
4) ho pazientemente cominciato a lavare e pulire le tonnellate di prugne di cui sopra per farne marmellata. Ad essere sincera ero coadiuvata dal baldo giovane di cui al punto 3, che in quanto uomo, ha cominciato ad accusare tutti i mali del mondo, dall’alluce valgo alle vene varicose passando per l'unghia incarnita, pur di sottrarsi all’ingrato compito;
5) ho distribuito un po’ delle malefiche prugne a qualche sventurata amica;
6) sono andata alla ricerca disperata di ricette per utilizzarle




Ne sono venuti fuori una provvista per 10 anni di marmellata di maribulàn (pare che da queste parti queste prugne le chiamino così), uvetta e cannella e qualche crostata meringata liberamente ispirata a quella della nonna di Alex, che usava mettere farina di mandorle nella meringa


MARMELLATA DI PRUGNE MARIBULAN UVETTA E CANNELLA

1 kg di prugne già lavate e tagliate a pezzetti

400 gr di zucchero

1 mela grattugiata

200 gr di uvetta

1 limone premuto e la buccia grattugiata
1 cucchiaino scarso di cannella in polvere

Mettere in un tegame la frutta con la mela grattugiata, il limone, la cannella e lo zucchero, mettere sul fuoco e lasciare che lo zucchero si sciolga, spegnere quando la frutta comincia a fare le bollicine sul bordo della pentola.
Lasciare tutta la notte a riposare. Il giorno dopo riaccendere sotto il fuoco e far bollire lentamente per 40/50 minuti. Nel corso della cottura schiumare la marmellata
Invasare e procedere con la sterilizzazione come meglio si crede. Io lavo i barattoli in lavastoviglie, poi li metto in forno a 110 gradi e li lascio lì per un’ora almeno. Quando la marmellata è pronta tiro fuori i barattoli dal forno e con l’aiuto di uno strofinaccio bagnato verso la marmellata bollente, chiudo e capovolgo il barattolo fino al raffreddamento






CROSTATA MERINGATA ALLE MANDORLE CON PRUGNE MARIBULAN


Per la frolla
270 gr di farina
100 gr di zucchero zefiro o al velo
135 gr di burro
3 tuorli
Buccia di limone grattugiato
1 pizzico di cannella

1 kg di prugne maribulàn lavate e tagliate a pezzi

Per la meringa
3 albumi
75 gr di zucchero
50 gr di farina di mandorle

Preparare la frolla come di consuetudine, io uso la foglia del Kenwood e fare riposare in frigo per qualche ora.
Stendere su una teglia di 28 cm di diametro e far cuocere una decina di minuti in bianco a 180 gradi, avendo avuto cura di ricoprire il fondo con dei legumi o con le apposite palline
Tirare fuori dal forno il guscio e adagiarvi le prugne.
Infornare ancora una mezz’ora su un ripiano basso del forno.

Nel frattempo montare a neve gli albumi e aggiungere lo zucchero continuando a montare.
Con una spatola aggiungere delicatamente e senza far smontare il composto, la farina di mandorle.
Con l’aiuto di una spatola adagiare la meringa sulla crostata ed infornare fino a che la superficie non si imbiondisce



PS 1

A proposito, ma qualcuno sa qual è il vero nome di queste prugne? Pare che in dialetto lombardo si chiamino maribulàn, ma in italiano? Prugne mirabolano?

P.S.2

Le foto dell'albero incriminato sono del baldo giovane di cui ai punti 3 e 4 Cristiano Colombi

P.S.3

Mi scuso per l'orribile teglia di alluminio in cui giace la crostata meringata, dovevo portarla ad una cena e non avevo voglia di lasciare in giro per la Lombardia i miei piatti da portata

la mamma è sempre la mamma

venerdì 3 luglio 2009

Pubblicato da Lydia 20 commenti




Voi penserete che sono pazza, tutto un inverno a battagliare con ricette agli agrumi ed ancora non mi sono stancata???
Che ci devo fare io se i limoni mi richiamano il sole e l’estate?
Questa è una vecchia ricetta di mia madre (la mamma è sempre la mamma) che tante volte è comparsa sul forum di cucinait, ve la ripropongo perché è veloce e semplice.
Si tratta di cuocere i tagliolini nel doppio di acqua rispetto al loro peso, con succo e buccia di limone, un po’ di burro e un po’ di panna fresca, il liquido viene totalmente assorbito dalla pasta.
Non me ne voglia Daniela se mi sono permessa di usare qualche cucchiaio di panna fresca.

TAGLIOLINI AL LIMONE
250 gr tagliolini all’uovo
½ lt di acqua
La buccia e il succo di un limone
4 cucchiai di panna fresca


Portare ad ebollizione l’acqua con la buccia grattugiata del limone, il sale e il burro, calare la pasta, aggiungere la panna, il succo di limone e il parmigiano.
Portare a cottura, aggiungere eventualmente dovesse servire un po’ di acqua calda per tenerli belli cremosi.


Se la foto non rende la cremosità del tagliolino è perchè il piatto è stato lì in posa per un pò, causa telefonata con la mamma

ancora bottarga

mercoledì 1 luglio 2009

Pubblicato da Lydia 16 commenti



Dalla mia escursione egadiana, ho portato con me anche della bottarga macinata.
Direte voi, non è di gran lunga superiore quella in pezzi da grattugiare?
Ovviamente si, ma se dovete fare una panure, quella macinata è utilissima e conferisce un bel sapore.
Provare per credere.
Questa è una ricettina semplice semplice ma gustosa per un aperitivo veloce

POLPETTINE DI PATATE E TONNO IN PANURE DI SESAMO E BOTTARGA

350 gr di patate
125 gr di tonno sott’olio
1 cucchiaino di patè di olive
1 tuorlo
Sesamo e bottarga macinata q.b.

Lessate le patate e passatele allo schiacciapatate, frullare nel mixer il tonno e aggiungerlo alle patate insieme al patè e al tuorlo.
Fate delle polpettine piccole e passatele in una panure di sesamo e bottarga macinata.
Infornare a 200 gradi per una decina di muniti